La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l’eternità. (Oscar Wilde)
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Chi ama l’arte sa che l’unicità dell’opera sta nel fermare un tempo specifico e uno spazio e con esso quell’ emozione e nel saperla rilasciare a chi vi si avvicina. Anche a chi non possiede rudimenti d’arte né competenze specifiche.
Anzi, proprio in questo si dimostra dono magnifico per tutti e aiuta a conoscersi meglio e a sperimentare nuove modalità di espressione.
Non è un caso che sensibilità affini trovino piacere e consolazione in uno stesso gusto o stile.
Detto che il design sta alla funzionalità come l’arte sta all’estetica, oggi parliamo di una delle sedie di cui mi sono innamorata a prima vista, senza una ragione né un motivo. Un colpo di fulmine insomma: la sedia modello n. T826.
E in questo non sono stata la sola, anzi, sono in buona compagnia. Di Bertha Zuckerkandl ad esempio, una delle donne più straordinarie del panorama Viennese di inizio ‘900.
Dal 1917 al 1938, in questa casa si trovava il Salone di Bertha Zuckerkandl, scrittrice e combattente per la pace.
Case d’autore
In quel periodo, a Vienna, oltre che nei famosi caffè, pochi sono i luoghi dove è possibile incontrare gli artisti e le celebrità del tempo.
Una è la casa di Carl Moll, celebre pittore e uno dei fondatori della Secessione, un’altra la casa di Alma, sua figliastra e sposa in primo letto di Gustav Malher, così come il Salon di Bertha Zuckerkandl.
Bertha è figlia e nipote di proprietari e direttori di testate giornalistiche. Il nonno materno è il direttore di “Feuilleton”, il padre giornalista fonda “Neues Wiener Tagblatt”. Non può che diventare giornalista anche lei. È anche scrittrice. Il suo libro “La mia Austria” fa parte delle letture che vi abbiamo consigliato per le vacanze.
Mobili modello T826 nel Salon di Bertha Zuckerkandl e nello showroom della Wiener Werkstätte
La firma di Josef Hoffmann
Impegnata nel mondo della politica e della cultura è una delle firme che si schiera da subito a fianco dei secessionisti. Liberale, coraggiosa, indipendente e fedele alle proprie idee, la sua figura è fondamentale per gli artisti che propongono un radicale rinnovamento delle arti.
Non è quindi strano trovare dei mobili disegnati da Josef Hoffmann nel suo appartamento così come delle sedie particolari, attribuite allo stesso Hoffmann e prodotte dalla Jacob & Josef Kohn.
Queste sedie fanno parte delle famiglie di oggetti mostrati al pubblico durante la mostra di Colonia del 1914 e sono presenti in uno showroom della stessa Wiener Werkstätte così come negli uffici della fabbrica di Karl Wittgenstein, “Poldihütte”.
Il tavolo e le sedie della Jacob & Josef Kohn nel Salon di Bertha Zuckerkandl a Vienna
Un modello davvero innovativo
Appaiono nel catalogo della Jacob & Josef Kohn nell’edizione del 1916 con il n. T826. La sedia così come la poltroncina mostrano subito dei tratti avveniristici importanti.
Contrariamente a ciò che si può pensare a colpo d’occhio, la vera novità non è nell’utilizzo dello schienale traforato con un piccolo ovale. Nello stesso periodo ad esempio Otto Prutscher lo utilizza anche in sedie prodotte dalla Gebrüder Thonet.
L’elemento davvero innovativo è invece lo schienale “a onda” e i punti di giunzione tra gambe anteriori e sedile, costruiti con raccordi di metallo o con un ventaglio in legno. Soluzioni, entrambe, che ritroveremo nei cataloghi Thonet solo del dopoguerra.
Non solo sedie
Il modello viene utilizzato anche per fornire un modello di poltroncina. Sia sedie che poltroncine si trovano normalmente in versione laccata color ebano (nero) e sono oggetti molto rari.
Al di là del colore, che conferisce loro grande fascino ed eleganza molto attuale, l’essenza è sempre il faggio, come per tutti gli oggetti in linea curva del resto. Questo anche se molti oggetti simulano altre essenze quali il noce o il mogano.
Sta di fatto che sono davvero bellissime, tra i miei oggetti preferiti e più amati, che volentieri terrei nella mia casa.
Noi le abbiamo trovate a New York nel loft-atelier della stilista Han Feng, prima designer cinese a partecipare alla NY Fashion Week. Sarà un caso?
No, perché il caso non esiste. La bellezza che dura per sempre invece sì. E la linea curva ne è sempre esempio e ispirazione.
E voi cosa ne pensate? Vi aspettiamo nei commenti.
NYC Han Feng loft – Image credits: Francis Dzikowski Photography www.fdphoto.biz
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