A casa di Bertha Zuckerkandl, la sedia n. T826 - Legno Curvato
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A casa di Bertha Zuckerkandl, la sedia n. T826

A casa di Bertha Zuckerkandl, la sedia n. T826

Sedia modello T826

La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l’eternità. (Oscar Wilde)

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Ci sono oggetti che fanno battere il cuore, più di altri intendo. Senza un motivo apparente o di cui si è consapevoli, semplicemente emozionano in modo particolare.

Chi ama l’arte sa che l’unicità dell’opera sta nel fermare un tempo specifico e uno spazio e con esso quell’ emozione e nel saperla rilasciare a chi vi si avvicina. Anche a chi non possiede rudimenti d’arte né competenze specifiche.

Anzi, proprio in questo si dimostra dono magnifico per tutti e aiuta a conoscersi meglio e a sperimentare nuove modalità di espressione.

Non è un caso che sensibilità affini trovino piacere e consolazione in uno stesso gusto o stile.

Detto che il design sta alla funzionalità come l’arte sta all’estetica, oggi parliamo di una delle sedie di cui mi sono innamorata a prima vista, senza una ragione né un motivo. Un colpo di fulmine insomma: la sedia modello n. T826.

E in questo non sono stata la sola, anzi, sono in buona compagnia. Di Bertha Zuckerkandl ad esempio, una delle donne più straordinarie del panorama Viennese di inizio ‘900.

 

Bertha-Zuckerkandl-Salon-Wien

Dal 1917 al 1938, in questa casa si trovava il Salone di Bertha Zuckerkandl, scrittrice e combattente per la pace.

Case d’autore

In quel periodo, a Vienna, oltre che nei famosi caffè, pochi sono i luoghi dove è possibile incontrare gli artisti e le celebrità del tempo.

Una è la casa di Carl Moll, celebre pittore e uno dei fondatori della Secessione, un’altra la casa di Alma, sua figliastra e sposa in primo letto di Gustav Malher, così come il Salon di Bertha Zuckerkandl.

Bertha è figlia e nipote di proprietari e direttori di testate giornalistiche. Il nonno materno è il direttore di “Feuilleton”, il padre giornalista fonda “Neues Wiener Tagblatt”. Non può che diventare giornalista anche lei. È anche scrittrice. Il suo libro “La mia Austria” fa parte delle letture che vi abbiamo consigliato per le vacanze.

Bertha-Zuckerkandl-Salon-interior

Showroom della WW

Mobili modello T826 nel Salon di Bertha Zuckerkandl e nello showroom della Wiener Werkstätte

La firma di Josef Hoffmann

Impegnata nel mondo della politica e della cultura è una delle firme che si schiera da subito a fianco dei secessionisti. Liberale, coraggiosa, indipendente e fedele alle proprie idee, la sua figura è fondamentale per gli artisti che propongono un radicale rinnovamento delle arti.

Non è quindi strano trovare dei mobili disegnati da Josef Hoffmann nel suo appartamento  così come delle sedie particolari, attribuite allo stesso Hoffmann e prodotte dalla Jacob & Josef Kohn.

Queste sedie fanno parte delle famiglie di oggetti mostrati al pubblico durante la mostra di Colonia del 1914 e sono presenti in uno showroom della stessa Wiener Werkstätte così come negli uffici della fabbrica di Karl Wittgenstein, “Poldihütte”.

 

Bertha-Zuckerkandl-Salon-Kohn-chair

Il tavolo e le sedie della Jacob & Josef Kohn nel Salon di Bertha Zuckerkandl a Vienna

Un modello davvero innovativo

Appaiono nel catalogo della Jacob & Josef Kohn nell’edizione del 1916 con il n. T826. La sedia così come la poltroncina mostrano subito dei tratti avveniristici importanti.

Contrariamente a ciò che si può pensare a colpo d’occhio, la vera novità non è nell’utilizzo dello schienale traforato con un piccolo ovale. Nello stesso periodo ad esempio Otto Prutscher lo utilizza anche in sedie prodotte dalla Gebrüder Thonet.

L’elemento davvero innovativo è invece lo schienale “a onda” e i punti di giunzione tra gambe anteriori e sedile, costruiti con raccordi di metallo o con un ventaglio in legno. Soluzioni, entrambe, che ritroveremo nei cataloghi Thonet solo del dopoguerra.

Kohn-armchair-T826-Hoffmann

Non solo sedie

Il modello viene utilizzato anche per fornire un modello di poltroncina. Sia sedie che poltroncine si trovano normalmente in versione laccata color ebano (nero) e sono oggetti molto rari.

Al di là del colore, che conferisce loro grande fascino ed eleganza molto attuale, l’essenza è sempre il faggio, come per tutti gli oggetti in linea curva del resto. Questo anche se molti oggetti simulano altre essenze quali il noce o il mogano.

Sta di fatto che sono davvero bellissime, tra i miei oggetti preferiti e più amati, che volentieri terrei nella mia casa.

Noi le abbiamo trovate a New York nel loft-atelier della stilista Han Feng, prima designer cinese a partecipare alla NY Fashion Week. Sarà un caso?

No, perché il caso non esiste. La bellezza che dura per sempre invece sì. E la linea curva ne è sempre esempio e ispirazione.

E voi cosa ne pensate? Vi aspettiamo nei commenti.

NYC-Loft-Han-Feng

NYC Han Feng loft – Image credits: Francis Dzikowski Photography www.fdphoto.biz

 


Appassionata di impresa e di interior design, sono innovation consultant e startup mentor, oggi anche un po' blogger. Aiuto imprenditori, manager e professionisti a trasformare un'idea in un progetto di business, utilizzando l’approccio della Lean Startup e una solida visione strategica. Mi occupo di pianificazione, marketing, comunicazione, supporto e sviluppo canali di vendita. Ho pubblicato il libro Società Antonio Volpe con Giovanni Renzi e sono #bellezzadelegnocurvatodipendente.

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