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Una risposta univoca non c’è, e vista la grande diffusione mondiale che Thonet ha da sempre avuto, ogni posto può riservarci qualche bella sorpresa
Esiste tuttavia una città mitteleuropea dove per anni antiquari e appassionati di Thonet e Secessione andavano settimanalmente a caccia, aspettando che all’alba raccoglitori, antiquari e rigattieri alzassero le loro serrande.
Una bellissima città in cui a cavallo tra 800 e 900 le nostre Thonet e il gusto Secessione trovano gran favore, dove una grande esplosione demografica e commerciale è occasione per concentrarne un grande numero. Dove possibilità economiche e facilità di reperimento all’acquisto ne consentono un dilagante diffondersi.
Molti di voi avranno individuato i tratti della grande Vienna, e invece no.
È Trieste, anzi, “Triest”, quella che, capitale a parte, fu la terza città dell’Impero Austro-Ungarico dopo Praga e Budapest.
Multietnica nell’anima
In quel periodo, Trieste è terza per importanza ma prima per identità austro-ungarica, se con questo termine identifichiamo quel carattere che scaturisce da contaminazioni linguistiche, culturali, religiose di un impero che raggruppa oltre venti popolazioni di differenti etnie.
Qui si parlano dieci lingue diverse (con tre alfabeti) e si professano sette religioni. Questo perché Trieste non diviene una città austro-ungarica ma, per come la conosciamo oggi, viene proprio costruita dall’Impero Austro-Ungarico.
Appena fuori dalla stazione la città ci accoglie con un monumento a Sissi realizzato nel 1912 per sottoscrizione popolare. Fino al 1919 sulla sua bandiera campeggia la stessa aquila a due teste impressa sui cataloghi della Gebrüder Thonet viennese. Una grande icona unificante che ne ha segnato anima e modi di vivere.
Ma perché tante Thonet?
I motivi sono molteplici ma collegati a tutti quegli elementi che ci permettono di identificare Trieste come “emporio di Vienna”. Ecco i più significativi:
⊗ Il Porto
Il Porto Nuovo, ovvero il Porto di Vienna, ha una estensione di 56 ettari. Per darvi una idea è grande come la Città del Vaticano. Viene costruito per la maggior parte a cavallo del ‘900 secondo le tecniche più innovative.
Qui, Hursus, la più grande gru galleggiante costruita nel 1906, carica sicuramente anche vagoni merci pieni di casse di arredi in legno curvato, giunti attraverso la prima “ferrovia di montagna” realizzata nel 1857 ovvero la Vienna-Trieste. Una ferrovia costruita per rifornire le coste adriatiche e, dopo l’apertura del Canale di Suez nel 1869, i porti più lontani delle colonie africane fino alle Americhe ed alla lontanissima Australia.
Chissà quante tonnellate di trafilato di canna d’India sono passate per arrivare negli stabilimenti ed essere così intrecciata sui sedili delle Thonet.
⊗ Il Lloyd Austriaco
A metà Ottocento sorge l’Arsenale Lloyd dove si costruiscono e arredano le grandi navi della flotta austriaca. Progetti ai quali lavora anche il “nostro” Max Fabiani.
Molte Thonet hanno vissuto su queste navi e molti modelli si sono ad esse ispirati. Come le sdraio usate sui ponti dei transatlantici, evidentemente ispirate alle poltrone da camino pieghevoli di Thonet.
Nei numerosi uffici del Lloyd, ubicati nei bellissimi palazzi sulle “rive”, ferve l’attività di molte persone, tutte o quasi comodamente sedute su sedie in stile Thonet.
⊗ Le compagnie di assicurazione
Il crescere delle compagnie assicurative legate all’enorme giro d’affari. Un esempio fra tutti, Le Generali.
Anche questo contribuisce ad accrescere l’esigenza di allestimento di moltissimi uffici e sedi di rappresentanza, dove le novità viennesi sicuramente hanno trovato consenso.
Una nuova dimensione
Inutile dire che questa grande macchina legata al porto, alle navi e alle merci, porta Trieste a una crescita demografica enorme. In due secoli di interventi urbanistici la Trieste Nuova passa da 3.000 a 200.000 abitanti fino allo scoppiare del primo conflitto mondiale.
Più che di una trasformazione, la città è oggetto di una vera e propria rifondazione. I palazzi necessariamente grandi, imponenti, maestosi, di cinque, sei sette piani offrono alloggi completamente nuovi, da arredare secondo il gusto moderno di Thonet.
Intorno al porto si lavora ma nella “città Nuova” si vive e ci si diverte anche.
Ci sono i “buffet” che ancora oggi esistono per degustare pietanze veloci e molto nutrienti fin dal primo mattino, retaggio della necessità di un forte carico calorico per chi fatica in porto. Del resto, lo stesso Franz Josef Imperatore ha la consuetudine di pasteggiare cinque volte al giorno. Ma soprattutto ci sono i caffè.
Trieste – legno curvato al Caffè San Marco
Il culto del caffè
I caffè a Trieste sono qualcosa di molto speciale. In città oggi c’è un locale pubblico ogni 170 residenti di cui ben oltre la metà veri e propri caffè. E questo termine viene usato con grande rispetto e cognizione di causa, visto che dietro questa bevanda c’è un culto antico.
Ne parleremo diffusamente più avanti. Per ora vi basti sapere che a Trieste esistono oltre trenta preparazioni di caffè diverse, tutte varianti locali. Chi ordina semplicemente “un caffè” si dichiara già come “foresto”.
E poi ci sono i locali dall’aria tanto Mitteleuropea. I più famosi? Il caffè San Marco e il Tommaseo che sono molto più di un locale: sono ambienti dell’anima dove artisti e intellettuali di tutto il mondo, di tutte le culture e di molte religioni si trovano ancora oggi per studiare, pensare, confrontarsi come ai tempi di Sissi.
Le sedie utilizzate? Neanche a dirlo: le Thonet, qui finalmente pronunciate alla tedesca. E voi siete mai stati a Trieste?
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