A chi si sono ispirati gli architetti austriaci del primo ‘900? Quando Koloman Moser, guardando i disegni di Joseph Maria Olbrich per la casa della Secessione, parla di far entrare aria fresca nel nostro maleodorante mondo dell’arte, a cosa si riferisce?
Ai viennesi vogliamo prima di tutto mostrare cosa hanno creato i francesi; ma anche gli inglesi, gli scandinavi, gli svizzeri
Così Koloman Moser continua il suo discorso riportato nel libro di Bertha Zuckerkandl “La mia Austria“.
Ma cosa hanno lasciato al mobile in legno curvato questi esempi che gli artisti della Secessione hanno mostrato ai viennesi? Il punto di svolta arriva a cavallo della fine del secolo.
Austriaci o scozzesi?
Il primo uso della forma geometrica quadrata, che tanto caratterizza i lavori di Hoffmann e di Moser, lo troviamo nel marchio disegnato da Koloman Moser per la Jacob & Josef Kohn. Un quadrato che contiene un secondo quadrato e tante figure geometriche a formare un reticolo, come un campo di scacchi come sottofondo.
L’utilizzo del quadrato è la prima influenza dai lavori di Charles Rennie Mackintosh. Lavori che Josef Hoffmann, Moser, Olbrich conoscono bene e apprezzano con grande trasporto.
Non è un caso che dopo le lettere dello stesso Mackintosh a Carl Moll, uno dei fondatori della Secessione, all’inizio del 1900 si svolga una mostra dedicata al gruppo di artisti di Glasgow all’interno della casa progettata da Olbrich.
L’Ottava mostra della Secessione è un successo incredibile. Questo non fa che accrescere l’attenzione degli architetti viennesi che ne riprendono alcune caratteristiche:
⊗ verticalità
⊗ uso di forme geometriche
⊗ uso delle laccature
⊗ abolizione dell’uso del tornio
⊗ uso di incastri a vista.
Queste non sono le sole cose a rimanere nei lavori degli artisti viennesi. Fondamentale è il concetto dell’ambientazione degli interni come opera integrale in cui ogni elemento è pensato o disegnato dall’architetto in funzione di un effetto complessivo.
Attaccapanni n. 1.080 della J&J Kohn e un’opera di Mackintosh
Dettagli dell’attaccapanni Kohn n.1.080 (image credits: Galerie Bel Etage, Vienna)
Contaminazioni scozzesi
Troviamo diverse contaminazioni nei mobili in legno curvato della Jacob & Josef Kohn dei primi ‘900. Già nel 1901 ad esempio la Kohn espone proprio a Glasgow una camera attribuita a Koloman Moser: la serie n. 413.
Qui, oltre alla verticalità, Koloman Moser riprende l’idea di una seduta estremamente rigida, quasi fosse una panca. Il divano d’angolo (in copertina, image credits: Galerie Bel Etage, Vienna) riprende poi diversi modelli di divani di Mackintosh come quello del 1900 nello studio al Donglass Castle a Glasgow.
In altri modelli ritroviamo dei decori utilizzati dagli artisti scozzesi. Ne è il caso dell’attaccapanni con panca prodotto dalla Kohn con il n. 1.080 che rimarrà anche in produzione dopo la fusione con la Thonet del 1921. Per questo si può reperire con il cartiglio Thonet.
Qui si riprendono in toto i decori con le “olive” attaccate alle estremità dei montanti, come nello studio del 1901 di Mackintosh a Windyhill mostrato sulle pagine di Die Kunst del 1902.
Una ulteriore contaminazione si trova nell’utilizzo degli mobili “a ponte” cioè di quelle strutture che incorniciano su tre parti, ora scrittoi, ora divani, ora camini. Hoffmann ne fa un grande uso nei suoi disegni e nei suoi progetti. La Jacob & Josef Kohn ne produce alcuni modelli su suo disegno di cui vi parleremo presto.
Ecco un esempio vincente di come contaminazioni tra diverse culture possano portare a un risultato capace di andare ben oltre la mera somma delle parti.
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