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Normalmente il pubblico dei mercatini antiquari definisce in questo modo le sedie in legno curvato con il sedile in compensato.
Compensato o tavolette che erano decorate (stampate), traforate, pirografate, a righe chiare e scure, a sella, finta paglia, con scritte pubblicitarie. Intere pagine di catalogo erano dedicate a questi materiali e alle loro finiture.
Materiali e finiture che hanno avuto l’onore di essere persino oggetto di una interpellanza parlamentare del governo italiano nel 1908. Ma partiamo dall’inizio.
Dagli Egizi fino a noi
Il compensato è un semilavorato a strati di legno, sfogliato dal tronco dell’albero. Appartiene alla grande classe dei pannelli stratificati o multistrati, dai quali si distingue per l’orientamento incrociato dei vari strati. Per incollare i fogli tra loro occorre una pressa semplice, grande come il pannello.
Dobbiamo andare indietro fino all’antico Egitto per trovare utilizzato un materiale simile formato da sei strati. Nella Piramide di Saqquara è stato infatti ritrovato un cassone formato proprio con questo supporto.
Ma la fama del compensato diviene realtà nella seconda metà dell’800.
La magia del compensato e dei suoi decori
È la società americana Gardner & Company che ottiene due brevetti per produrre sedili formati da tre strati di sottili fogli di legno, incollati con le vene in senso contrario (le due esterne) o incrociate (a 90 gradi quella intermedia).
Questi fogli sottili, una volta uniti, vengono poi traforati “per decoro e ventilazione delle sedute”.
Alla Esposizione di Philadelfia del 1876 – stand della Gardner & Company
Le macchine che producono questi sottili fogli sono state brevettate sempre in America alla fine del ‘700 grazie a Samuel Bentham che ne aveva inventate diverse sin dal 1797.
Le sedute con il compensato vengono esposte al pubblico all’Esposizione di Filadelfia nel 1876 dove sia i fratelli Thonet che i Kohn (che partecipavano all’esposizione insieme) hanno l’opportunità di vederle. Nel 1880 le sedie della Gardner vengono anche esposte a Vienna.
Moda: la parola magica
La moda di questi sedili in compensato invade presto tutto il Vecchio Continente e la Gebrüder Thonet, sempre attenta alle sollecitazioni del mercato, non rimane indifferente.
Il termine inglese “veneer“, che indica il singolo foglio di legno, a quel tempo ha già una diffusione popolare nel gergo quotidiano. Il vocabolo viene infatti frequentemente utilizzato nell’accezione negativa dell’indicare il rivestimento esteriore usato per nobilitare un legno di scarso valore.
Diventa sinonimo di falso e di simbolo della nuova borghesia arricchita.
Non a caso Charles Dickens sceglie questo nome per due personaggi del romanzo Our Mutual Friend (Il nostro comune amico, 1865), il Signor e la Signora Veneering:
“gente nuova di zecca in una casa nuova di zecca di un quartiere di Londra anch’esso nuovo di zecca. Tutto ciò che li circondava era nuovo fiammante […] Tutto era in uno stato di lucidità e verniciatura perfetta. E quel che si poteva notare nel mobilio, si poteva notare nei Veneering.”
Forse anche per uscire da questo uso non proprio edificante, intorno al 1906 il nome del materiale viene modificato in “plywood”.
La prima seduta con il compensato stampato nel catalogo Thonet del 1883
Il valore della personalizzazione
Il primo oggetto in legno curvato con l’utilizzo di parti in compensato appare nei cataloghi Thonet nel supplemento del 1883. Si tratta di una sedia modello n.18 con sedile e schienale in compensato traforato.
In quel supplemento è presentata anche una scatola costruita con il compensato curvato.
Da quel catalogo gli oggetti con le tavolette in compensato o sedile termoplastico in legno (come veniva chiamato all’interno del catalogo) aumenteranno in maniera vertiginosa.
Il compensato non solo permette tantissimi decori differenti ma anche personalizzati sulla specifica esigenza del cliente. Un esempio importante, la possibilità di stampare il nome dei café inseriti negli schienali, ad esempio. Una opportunità che contribuisce per certo alla grande diffusione delle sedie in stile Thonet nei luoghi pubblici.
Nella mia carriera ho visto tantissimi esempi diversi ma quello più particolare è di un tavolo da gioco con 4 sedie, ognuna con un seme differente stampato sullo schienale.
Nascono anche nuovi segmenti di mercato
Nel 1890 la Jacob & Josef Kohn apre un nuovo stabilimento in Moravia a Hollenschau. Qui posiziona una nuova pressa che può raggiungere tra le 300 e le 400 atmosfere.
Questa macchina permette di migliorare la qualità dei compensati e di utilizzarli per parti di oggetti di arredo che esulano dalle semplici sedute o schienali ma che fanno parti di mobili o che ne costituiscono la struttura.
I mobili dei primi ‘900 della Kohn attribuiti a Josef Hoffmann ne sono un esempio. Abbiamo già visto la poltrona n. 421 ma i cataloghi del ‘900 della famosa società viennese ne sono pieni.
L’opportunità di vestire una stanza completamente di legno, sposando perfettamente il gusto del decoro moderno Secessionista, rilancia il mercato del legno curvato e diventa il punto di svolta verso il design. Ma non tutti sono in grado di farlo.
La Sitzemachine della Jacob & Josef Kohn di Josef Hoffmann
Una lezione di vita vissuta
Ad esempio, si tratta di una lavorazione che nel 1908 non viene eseguita a Catania. Eppure la Wackerlin, la società siciliana che opera con successo nel settore del legno curvato a vapore, ha questa tipologia di fornitura tra i prodotti di punta del suo catalogo.
Nella seduta del Parlamento Italiano del 25 maggio di quell’anno l’Onorevole De Felice Giuffrida contesta il motivo per il quale l’impresa debba pagare dei dazi altissimi per l’importazione delle tavolette pressate e decorate, utilizzate per le proprie sedie.
Il dazio applicato è infatti quello degli oggetti e parti eseguite da ebanisti mentre le tavolette, in verità, non lo sono. Una discussione lunga e articolata che porta alla fine alla conclusione del Ministro delle Finanze Lacava che se la Wackerlin se le producesse da sola, le tavolette stampate, risolverebbe il problema dei dazi a monte.
Se sono così importanti per il business dell’azienda, questa competenza va tenuta in casa propria.
In sintesi, le risorse chiave di un’impresa sono un bene prezioso che non si può e non si deve delegare. Una lezione da tenere ben presente ancora oggi. A volte la politica insegna e guida per il meglio. O dovrebbe essere sempre così?
Tornando alle nostre “tavolette”, cosa ne pensate di questa tipologia di sedute? Vi aspettiamo nei commenti.
Andrea Fornasa
22 Gennaio
Ho trovato di recente due sedie Thonet n° 57 di produzione attorno al 1890 con la seduta in compensato stampato. Nei primissimi anni di equipaggiamento delle sedute di questo tipo, anche presso la Thonet il pannello veniva semplicemente ancorato alla seduta in massello tramite borchie da tappezziere, così come a quel tempo facevano Gartner & Company ed altri, e come si può notare ad un attento esame dei precisissimi disegni dei cataloghi Thonet dell’epoca; negli esemplari 57 rinvenuti, la superficie superiore della seduta destinata a fare da appoggio al pannello è semplicemente piatta – con il bordo leggermente arrotondato – pressoché identica come dimensione ad una seduta in paglia di Vienna, ma priva del classico solco traforato sottostante predisposto per la successiva impagliatura. Probabilmente, dopo un breve periodo di prova utilizzando sedute ”standard” con il pannello fissato con borchie, in seguito al successo quasi immediato per questo tipo di finitura della seduta (più moderno e sicuramente più resistente all’uso quotidiano rispetto alla paglia, in particolare nel contract) negli anni immediatamente successivi è stata messa a punto la seduta con il bordo ricurvo con cui sono costruite la maggior parte delle sedute ”termoplastiche”, con un incavo destinato ad accogliere il pannello della seduta da inserire immediatamente prima della definitiva chiusura della seduta stessa dopo la piegatura. Non saprei se questa innovazione (la seduta con l’incavo per il pannello) sia stata introdotta prima da Thonet, Kohn, o forse qualche altro produttore. A chi spetta il primato?
Giovanni Renzi
25 Gennaio
Caro Andrea, grazie del commento veramente interessante. Vedremo di approfondire il discorso e magari riusciremo a rispondere al tuo interrogativo. Di certo come hai sottolineato le sedute con il compensato ebbero un successo incredibile proprio grazie al “contract”.
Andrea Fornasa
22 Gennaio
PS Mi scuso per aver involontariamente ”tedeschizzato” Gardner in Gartner; la residenza in una regione che fino a meno di 100 anni fa faceva parte dell’Impero Austroungarico, a volte, gioca scherzi curiosi …
Giovanni Renzi
25 Gennaio
Non c’è problema. Si era capito comunque. Grazie ancora per il contributo.
Armando Lovato
6 Novembre
buongiorno, mi servirebbero nr.3 sedute in compensato stampato per sostituire le attuali sedute in paglia di Vienna di nr.3 sedie thonet , dove le posso trovare ? distinti saluti arch.a.lovato
Manuela Lombardi Borgia
9 Marzo
Buonasera Armando, scriva direttamente ad alessandro.scordo71@gmail.com. Mi scusi il ritardo nella risposta.