Come scegliere il giusto rivestimento per un imbottito d’epoca - Legno Curvato
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Come scegliere il giusto rivestimento per un imbottito d’epoca

Rivestimento originale d'epoca primi '900 per la poltroncina n.719 della Kohn

La moda passa, lo stile resta. (Coco Chanel)

Argomenti dell'articolo

I tessuti dei primi ‘900 della Wiener Werkstätte sono bellissimi.

Ne abbiamo già parlato in un post, così come abbiamo già visto come l’imbottito sia parte della svolta verso il mobile moderno.

Oggi torno sull’argomento perché non sempre riusciamo a trovare i nostri amati oggetti con il tessuto d’epoca ancora intatto e utilizzabile.

Del resto parliamo di arredi che hanno più di 100 anni di vita. Una vita di quotidianità, di utilizzo, a volte di abbandono magari per anni, in qualche vecchia soffitta.

Una delle scelte che dobbiamo fare nel definire una strategia di restauro è dunque proprio legata al come comportarci in questi casi. Tra l’altro, è una delle domande più frequenti che ci ponete e che ci poniamo noi per primi.

Detto che un’unica verità non esiste, ma l’esperienza sì, ecco i nostri consigli per voi.

 

Kohn-armchair-original-fabric

Strategia di un restauro

Il restauro non è mero intervento tecnico. È prima di tutto studio, osservazione, individuazione di un obiettivo e strategia per raggiungerlo. Almeno, noi la pensiamo così.

Gli approcci al restauro però possono essere diversi. Alcuni, ad esempio, trovando un esemplare ancora con il suo tessuto, anche se in cattive condizioni, decidono di tenere l’oggetto così come ci è arrivato.

La seduta viene considerata come un quadro, come un’opera d’arte, da ammirare ma non da usare nel quotidiano. Un approccio “museale”. Una attitudine che ho trovato spesso nei collezionisti esteri.

Per problemi di spazio, o di volontà di utilizzo c’è chi invece si trova nella necessità di cambiare il tessuto o, trovando l’oggetto senza imbottitura, di completare l’oggetto per farlo tornare in vita.

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Per la poltroncina Kohn n.716 un tessuto della Backhausen

Una scelta di coerenza

L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare. (Giorgio Armani)

Questa ad esempio è la scelta che noi sosteniamo. Gli oggetti in legno curvato a vapore sono nati proprio con questa intenzione: di fare entrare la bellezza nelle case di tutti. Nella quotidianità.

Quella democrazia dei consumi, cuore di ogni progetto di design, di cui la sedia Thonet n.14 è archetipo.

Detto ciò, la scelta del rivestimento di un imbottito è tutt’altro che semplice. Ci sono aspetti tecnici da considerare quali texture, resistenza all’abrasione e alla luce, stress di utlizzo. Pensiamo alla presenza di bambini o animali domestici come i gatti.

E poi c’è la moda che ha influito molto di più che su una finitura a paglia di Vienna. Ogni periodo ha avuto i propri codici di bellezza: i cotoni grezzi, gli sky, i velluti, i damascati, i fiorati.

Spesso ci troviamo di fronte a rivestimenti distanti come epoca e gusto dagli oggetti in stile Thonet. Dovendo rifare un imbottito, dunque, come comportarsi?

 

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Un tessuto di Raponi degli anni ’80 riveste la poltroncina n.717 della Kohn

4 alternative possibili

Come detto all’inizio, non esiste una regola, vi possiamo però indicare la strada che noi abbiamo intrapreso, dovendo preparare la mostra per il Salone del Mobile 2018.

L’idea di base è stata di completare gli oggetti con tessuti che avessero lo stesso linguaggio o di quelli originali del tempo.

Le alternative che abbiamo percorso sono 4:

 

1. In alcuni casi abbiamo mantenuto il loro tessuto

2. In altri li abbiamo sostituiti con tessuti d’epoca originali della Secessione

3. In altri ancora abbiamo utilizzato tessuti vecchi (scampoli, fine serie) in linea con il gusto del tempo

4. Come ultimo caso, abbiamo utilizzato tessuti nuovi su disegni della Secessione.

 

Nel nostro piccolo archivio di tessuti, a seconda della pezzatura a disposizione, potevamo scegliere tra diverse finiture quella che sposava meglio l’importanza del pezzo e le sue caratteristiche.

 

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Alfred Roller firma il rivestimento d’epoca originale della poltroncina della Kohn

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Un tessuto d’epoca veste la splendida poltroncina Kohn n.715 di Gustav Siegel

Ogni oggetto ha la sua storia

Così, per la poltroncina rivoluzionaria della Kohn abbiamo cercato un tessuto d’epoca originale della Secessione. Abbiamo avuto la fortuna di trovare un piccolo pezzo attribuito ad Alfred Roller. La dimensione perfetta per vestire questo oggetto unico.

Per la poltroncina n.715 della Jacob & Josef Kohn, che ha vinto la medaglia ad’oro alla Esposizione Universale di Parigi 1900, abbiamo percorso una strada simile, adattando un tessuto, utilizzato per un interior della Kohn dei primi ‘900.

Nel progetto della stanza erano presenti anche dei tendaggi dello stesso disegno e consistenza del rivestimento di un divano letto ante litteram. La stoffa non aveva preso luce, mantenendo così intatto il colore originale, anche se con una bella patina del tempo.

Per la poltroncina della Società Antonio Volpe, abbiamo scelto un tessuto geometrico anni ’50-’60 trovato da un collezionista mentre per la Kohn n. 700 un disegno geometrico di cui avevamo un piccolo pezzo.

Ricalca in maniera incredibile i disegni di Josef Hoffmann e dei suoi colleghi designer e per questo ci è piaciuto subito.

 

Kohn-armchair-model-700

Il tessuto geometrico scelto per la poltroncina Kohn n.700

3 consigli per non sbagliare

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai. (Audrey Hepburn)

Sempre dalla nostra esperienza, ecco 3 consigli che ci sentiamo di darvi:

 

⊗ 1° consiglio: non aspettate di trovare l’oggetto per mettervi a cercare dei tessuti.

Se in un mercatino o da uno svuota-magazzini trovate uno scampolo di vecchi tessuti o pelli, un rotolo di tessuto che trovate coerente con i vostri amati oggetti, compratelo. Che sia di inizio secolo o solo di una decina di anni prima, poco importa. Ciò che conta è che vi piaccia.

Alla base di tutto c’è il gusto personale. Ogni oggetto che entra nella nostra casa o nel nostro progetto di arredo, diventa parte di una intimità che ci rappresenta e di un contesto con cui deve dialogare in armonia.

Ci sono gli altri arredi ma anche la palette dei colori scelta e la moodboard: la base di ogni progetto di interior design o di home styling professionale e creativo.

In più non tutti gli oggetti, anche se coevi tra loro, stanno bene con lo stesso tessuto. Avere una scelta variegata è dunque basilare.

Raponi-fabric-1980

⊗ 2° consiglio: Se avete avuto già oggetti imbottiti con il tessuto rotto, magari sul bordo, non buttateli via, ma teneteli. Può essere che il tessuto di un divanetto diventi abbastanza per una poltrona, il piano di un tavolino o una sedia singola.

⊗ 3° consiglio: anche per l’imbottitura, affidatevi a un tappezziere professionista o fate riferimento a un restauratore che conosce questi oggetti. C’è imbottitura e imbottitura, lo stesso vale per la finitura. Chiedete consiglio, non esitate.

Perché l’eleganza è nei dettagli e basta poco per trovarsi spiazzati a lavoro finito magari dopo avere speso tanto. Chi ha esperienza può aiutare a prevenire amare delusioni.

 

E voi, vi siete mai trovati nella situazione di dover rifare un rivestimento di un oggetto d’epoca in legno curvato? Che scelta avete fatto? Vi aspettiamo nei commenti.


Ho comprato la mia prima sedia Thonet a vent’anni e oggi sono uno dei massimi esperti al mondo di legno curvato, lo stile viennese nell’arredo. Nato architetto, mi occupo di consulenza e formazione sulla storia Thonet, di expertise e curatele per vari musei europei. Sono autore di vari libri sul legno curvato, l'ultimo sulla Società Antonio Volpe, ma anche liberty e art deco. La ricerca storica è la mia grande passione.

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  1. Gianni

    21 Gennaio

    Giovanni, ottimo post, con tantissimi spunti. Qui si parla di oggetti a cavallo del secolo o poco successivi, quando questi vengono progettati dagli architetti che tendono a interessarsi un po’ di tutto, dal mobile in se stesso con i suoi accessori, compresi i tessuti, all’arredo e alla disposizione dei locali, al fabbricato, fino all’urbanistica. In questo caso la via da percorrere è quella indicata qui e in un precedente intervento, via certamente non facile ma di soddisfazione, arricchita nel tuo caso da ritrovamenti fortunati.
    Io invece amerei avere qualche lume sui rivestimenti di oggetti precedenti. Intendo in particolare per le sedie di fascia alta, certo non quelle da bistrot. Sulle pubblicazioni e sul web, ma anche dal vero pur avendo girato poco, ho visto delle 4, delle 6, delle 13, delle 22, delle 27 e anche altre che sono nate imbottite. E lo stesso tutte quelle precedenti la produzione in serie. Le ho viste rivestite con velluto o con tessuto damascato di varie fogge, queste seconde forse con maggiori pretese. Ho per le mani una bellissima sedia imbottita n° 13, fruheform, in buono stato che richiede tra altri interventi il ripristino dell’imbottitura malridotta e del tessuto (quello che c’è, simildamascato certamente non d’origine e nemmeno troppo liso, mi piace poco). E’ una sedia che, come da mia filosofia, vorrei tenere in uso. Io penserei di restaurare il legno e successivamente cercare il tessuto (propenderei per il velluto) anche in base a quello che sarà successo. Hai dei percorsi da suggerire?

    • Manuela Lombardi Borgia

      21 Gennaio

      Grazie Gianni dei complimenti, sempre molto graditi. Per i tessuti delle produzioni ottocentesche i consigli sono più difficili. Rimane inalterato il discorso se si trova un tessuto ancora in buone condizioni ma capita raramente. Per la mia esperienza ho visto i modelli classici o con tessuti a grana grossa, tipo “piccolo punto” o velluto, o con tessuti misto seta. Mi sembra che la tua idea del velluto possa essere quella corretta. Sceglierei un tessuto con un disegno non molto grande perché comunque le sedie non hanno sedute con dimensioni estese. Poi va a gusto, e chiaramente è un discorso soggettivo e si associazione agli altri oggetti d’arredo che hai in casa. Comunque complimenti per la n. 13 e non esitare a mandarci una foto quando l’hai completata.

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