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Io non la patisco particolarmente lo ammetto, a casa mia il riscaldamento va molto poco.
Però riconosco che una delle esperienze più piacevoli e suggestive che il rigido Messer Inverno porta con sé è un bel camino acceso.
Intimo tepore domestico, concerto di aria e fuoco, scoppiettante spettacolo di luce che avvolge e riempie lo spazio. Sensazioni uniche che possono essere amplificate o mortificate dagli oggetti che partecipano alla scena.
E in tal senso, posso assicurarvi che le caminiere Thonet sono davvero compagne formidabili.
Sedute per camino Thonet nel poster-catalogo del 1867
Le “caminiere” Thonet
Il freddo e le nevicate di questi giorni ci danno lo spunto per parlare di queste sedute davvero particolari nella galassia degli arredi in legno curvato a vapore. Modelli pensati e costruiti per rendere ancora più speciale lo stare seduti davanti a un bel fuoco, quando le intemperie consigliano di restare in casa.
Le prime due sedute “da camino” compaiono oltre 150 anni fa, nel poster-catalogo della Gebrüder Thonet del 1866. Incredibile ma vero, vista la loro modernità.
Sono precisamente una sedia e una poltrona a seduta rilassata denominate rispettivamente “Kaminsessel “(Camin-Sessel nei primi cataloghi) e Kaminfauteuil” (Camin-Fauteuil).
Le 9 proposte Thonet per le sedute da camino nel catalogo del 1904
Da 2 a 9 modelli
Che questi oggetti rispondessero a una esigenza di mercato forte, lo si evince da un’offerta che si amplia sempre di più. Forse perché tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 le case riscaldate con dei veri e propri impianti sono molto poche.
Normalmente gli alloggi sono dotati di un camino per stanza, spesso unica fonte di calore esitente. Con il passare degli anni, nei cataloghi del leader viennese, i due modelli si arricchiscono di nuovi accessori come braccioli e poggia gambe richiudibili. La combinazione di questi elementi dà quindi vita a numerose varianti.
Le sedute nascono pieghevoli, grazie alla messa a punto di una efficientissima ferramente “ad hoc”, rendendo più facile lo stoccaggio nella stagione estiva ma, a partire dai primi anni del ‘900, le poltrone da camino vengono proposte anche nella variante fissa.
Nel catalogo del 1904 i modelli occupano una intera pagina, 4 modelli di sedie e 5 di poltrone, due delle quali assolutamente nuove, progettate rispondendo alle nuove tendenze del mobile moderno.
La Kaminsessel Thonet modello n.1
Pieghevole o da camino?
La risposta è, tutte e due. Se in lingua tedesca vengono sempre definite come “sedute da camino” nelle altre lingue durante l’800 sono proposte come sedie pieghevoli. La versione poltrona invece nel 900 diventa “poltrona Voltaire”: viene dunque proposta come variante della classica poltrona a schiena alta con braccioli da relax di tradizione francese. Ma in stile Thonet, ovviamente.
Per il mercato inglese invece viene evitato strategicamente il francese Voltaire, utilizzando un più conveniente e generico “easy armchairs”. In senso letterale “poltrona facile” ma che in verità sta per comodo, confortevole.
Sembrano dettagli ma l’attenzione dei Thonet alle diverse sensibilità dei mercati è sempre massima secondo concetti di grande attualità.
La poltrona da camino n.2
Un caso particolare, la bellissima poltrona da camino n. 2. Nasce come poltrona da barbiere per via del particolare schienale ricurvo regolabile ma, nel ‘900 viene proposta soltanto come caminiera. Evidentemente, la gamma di sedute da barbiere inserite a catalogo nel frattempo è già sufficientemente ricca.
Qualche esemplare di questo modello monta un particolare anello”quadrato” di collegamento delle gambe posteriori al di sotto della seduta. Marchio ed etichetta dell’esemplare fotografato lo collocano ai primi anni del 1880. Ma il modello n.2 non è presente nel catalogo del 1883 mentre in quello del 1885 ha la chiusura a C, standard delle altre caminiere. Come si spiega?
Per ora non abbiamo una risposta certa ma il mondo del legno curvato ci riserva sempre qualche bella sorpresa, ecco perché ne siamo così innamorati.
Thonet Kaminsessel n. 1
Nomi e varianti a parte, parliamo infatti di sedute da relax tutte estremamente comode perché contengono i segreti del comfort presenti già nel modello più semplice: la moderna Kaminsessel n. 1 del 1866, la “matrice” delle sedie da relax Thonet (e anche non).
Semplicissima, caratterizzata dai fianchi a” X”, è quanto di più essenziale e allo stesso tempo audace, dal punto di vista della tecnica, possa esistere per sostenere due piani d’appoggio: sedile e schienale.
Ma sarà comoda? Sarà sicuramente capitato anche a voi di trovarvi stranamente scomodi in poltrone apparentemente comodissime. Se pensiamo a una seduta confortevole, la prima associazione che ci viene in mente è imbottita, di dimensioni ampie, avvolgente, magari con i braccioli.
Invece non è qui il segreto. O meglio, tutto questo arriva dopo, se non viene rispettata la regola delle regole che riguarda angoli e inclinazioni.
Ma di questo parleremo più avanti. Intanto rispondendo alla domanda che ci siamo posti, la risposta giusta è: provare per credere. E voi l’avete mai provata una caminiera Thonet? Se sì, qual è stata la vostra esperienza? Se vi fa piacere, raccontatecelo nei commenti.
A proposito di case e impianti di riscaldamento, durante la ricerca che ha portato al libro sulla Società Antonio Volpe, Manuela e Giovanni sono incappati a Villa Volpe, a Togliano (UD). Una villa molto bella, oggi sede dell’azienda vinicola Volpe e Pasini.
Accompagnati a visitare gli interni dal proprietario Emilio Rotolo, hanno scoperto non solo le finestre blindate ma anche che la casa era dotata di riscaldamento e raffreddamento a pavimento. Tenendo conto che parliamo di una costruzione di fine ‘800, davvero avveniristica. Ma una bella caminiera sono certo l’avevano anche loro.
Gianni
31 Gennaio
Caro Alessandro, il mondo dei riccioli è proprio quasi infinito: vi si trovano migliaia di spunti da approfondire. Ottimo questo delle sedie da camino.
In casa abbiamo un camino che nella stagione giusta funziona quasi quotidianamente. E’ un camino moderno, di quelli che sono più macchine termiche che brucia legna. E’ però fornito di amplissima finestrona, che si può anche far sparire, e non si perde nulla rispetto a un camino tradizionale, però scalda veramente molto di più.
Tempo addietro ci siamo imbattuti in una kaminsessel pighevole, la n°1, e l’abbiamo presa con il patto che avremmo voluto provarla un poco. In effetti il “collaudo” ci ha lasciati molto perplessi. La sedia è bellissima ma, almeno l’esemplare provato, per quanto sano, veramente troppo fragile, e questo penso sia un “difetto” comune a queste sedie pieghevoli: l’articolazione sedile/schienale non sembra congrua e compatibile con utenti di taglia forte come ce ne sono in casa nostra. Nel caso di questo oggetto il secolo e passa aveva lasciato il segno, l’articolazione era lasca e difficilmente si sarebbe potuta riportare “a nuovo” e rendere più affidabile. Penso che i modelli fissi siano molto più robusti e, anche se non si riesce a farli sparire, almeno altrettanto belli. La poltrona n°2 poi, col paraboloide a sella in cima, è veramente una chicca, a mio avviso tra i pezzi più belli di tutta la produzione dei riccioli.
Comunque un oggetto per sedersi al camino l’abbiamo trovato. Ora è parcheggiata lì davanti al fuoco una simpatica sedia da balia, una Fischel derivata dalla n°18. La geometria è quasi quella delle kaminsessel: schienale leggermente inclinato come in quelle, seduta bassa comodissima anche se non obliqua. Oltre che chi allattava, che evidentemente era ben considerata, ci stiamo comodi anche noi.
Un caro saluto
Gianni
Alessandro Scordo
31 Gennaio
Buongiorno Gianni e grazie per l’assiduità con cui ci segui.
Come dicevo nel post la Kaminsessel rappresenta uno degli oggetti più audaci nelle produzioni in faggio curvato. Capisco la tua perplessità ma, premesso che la solidità dipende anche dalla storia di ciascun oggetto e dal relativo restauro, devo ammettere che le svariate decine che ho in giro al servizio di affezionati clienti, hanno avuto veramente pochissimi inconvenienti e nessuno rovinoso…
Il punto fragile è il traversino dietro e la traversa davanti. Viti troppo lunghe di collegamento del sedile possono in un certo senso spezzarli dunque nei restauri mai allungarle o ingrossare il foro.
Ma io sono coraggioso e, a ormai 100 Kg suonati, mi gusto il tepore del camino sulla mia caminiere vecchia di più di 100 anni. Per badare al fuoco ho invece anch’io una sedia da balia, più adatta per le operazioni del caso.
Non appena avrò una poltrona fissa restuarata ti inviterò a provarla, forse una persona “di spessore” quale tu sei merita un po’ più di “struttura”.
Alla prossima