«Avete fatto voi questo orrore, maestro?» «No, è opera vostra»
(risposta di Pablo Picasso a un ufficiale tedesco in visita al suo studio, alla visione di Guernica)
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Matisse sosteneva che gli oggetti fossero attori in grado di recitare in maniera sapiente e versatile diversi ruoli.
Come potete immaginare, noi non possiamo che essere d’accordo con il grande artista francese che, tra l’altro, era un grande collezionista non solo di oggetti, ma anche di tessuti ed elementi d’arredo originari della Thailandia e dell’Africa.
Gli oggetti protagonisti
Penso non solo alla pittura ma anche al cinema. Ne abbiamo visti già alcuni molto significativi, ad esempio recentemente parlando della sensualissima sedia Thonet modello n.4.
O come nel film “L’amore è eterno finché dura” quando durante una scena finale, accanto a Stefania Rocca e a Carlo Verdone c’è un dondolo Volpe n.267. Tre presenze sole, anche lui protagonista della scena.
Tornando alla mostra su Matisse, tra gli oggetti che si sono esibiti nel ruolo di attori durante la lunga e affascinante storia del legno curvato a vapore, ne troviamo molti che hanno calcato la scena proprio degli studi o atelier di grandi pittori o artisti.
Uno dei più famosi è sicuramente il dondolo modello n. 22 prodotto dalla Gebrüder Thonet e noto con il nome (guarda caso) di “dondolo di Picasso”.
Donna nuda sul dondolo, Pablo Picasso, 1956
I dondoli di Picasso
Pablo ama molto questo oggetto d’arredo. E lo ama a tal punto da averne avuti ben due contemporaneamente. Lo documenta una splendida foto trovata in questi giorni, a cui abbiamo dedicato la copertina.
La cosa incredibile è che è la prima volta che si vedono insieme. Sono infatti diverse le immagini che ritraggono questo dondolo in diversi suoi studi e atelier ma si è sempre pensato che fosse sempre lo stesso. Invece si tratta sì dello stesso modello ma gli oggetti erano due.
La foto è dello studio di Cannes anche se di atelier Picasso nella sua vita post guerra mondiale ne ha avuti tre. Il primo è quello di Vallarius che il maestro occupa dal 1948 al 1955. Poi alla villa Fénelon a Cannes, anche chiamata Villa de la Californie (1955-1961). Fino all’ultima sua dimora-studio di Notre Dame de Vie, a Mougins, dove muore nel 1973.
Il dondolo Thonet c’è sempre. E non solo come presenza e compagnia quotidiana ma anche come protagonista dei suoi stessi quadri.
Un “modello” davvero singolare
Nell’estate del 1954 Picasso sta attraversando un periodo difficile. È il momento in cui Françoise Gilot, madre di due dei suoi figli, lo sta lasciando.
A Vallarius, Picasso incontra per caso la giovane Sylvette David e rimane colpito dai suoi capelli e dalla sua pettinatura con la coda di cavallo. Difficile resistere all’idea di fare da modella a un artista, come resistere poi a un maestro, a un gigante dell’arte come lui.
La giovane diventa la sua “musa” per quei mesi estivi e in alcune foto la troviamo sul dondolo accanto a Picasso appena il maestro ha terminato di disegnare la sua splendida testa oppure seduta mentre ridono insieme.
Pochi anni dopo il dondolo diventa testimone degli incontri con Brigitte Bardot a Cannes, protagonista del lavoro del grande maestro che ne utilizza uno come porta cartelle o porta quadri mentre il secondo lo utilizza per dipingere seduto.
Nell’atelier di Picasso a Cannes, si può anche ballare
Compagno ideale di viaggi e di avventure
Sono quelli di Cannes, i locali più spaziosi, dove gli arredi e le creazioni pittoriche si fondono e non si accatastano. Si può ballare, far giocare i bambini. Il dondolo Thonet guadagna importanza ora che può respirare.
Anche a Mougins la seduta Thonet è compagna dell’ultimo atelier del pittore. Qui gli spazi diventano più piccoli, in particolare i soffitti che rispetto a Cannes ritornano a un’altezza normale.
Il dondolo è ancora presente, ancora una volta utilizzato in mille modi come ad esempio semplicemente da cavalletto. Avrà aiutato a vendere qualche dipinto? Noi pensiamo di sì.
Un modello semplice il dondolo modello n. 22. Appare in catalogo nel 1895. Formato da un montante con un unico cerchio, con lo schienale molto rigido che comporta una seduta composta. Picasso però è alto 163 centimetri, non era certo un uomo enorme e riesce a rannicchiarsi dentro.
Il dondolo n.22 sul catalogo della Gebrüder Thonet del 1903
Essenziale direi. Eppure guardando le foto si coglie benissimo il suo ruolo di musa ispiratrice. Del resto, anche se dondolo è un termine maschile, la linea curva è sempre femmina. Come resisterle dunque?
E voi, avete mai avuto un oggetto di arredo protagonista della vostra vita o quotidianità? Magari in alcuni passaggi fondamentali o particolari, anche non in stile Thonet naturalmente. Vi aspettiamo nei commenti.
Il il 26 aprile 1937 la Legione Condor, corpo volontario composto da elementi della tedesca Luftwaffe, danno luogo a un bombardamento aereo devastante della città di Guenica, durante la guerra civile spagnola. Da qui Guernica, il titolo di uno dei più famosi dipinti di Pablo Picasso, rappresentazione di ciò che rimane dopo la devastazione.
Per la sua forza evocativa il quadro diventa l’emblema della denuncia della disumanità, brutalità e disperazione di ogni guerra, e della crudeltà del bombardamento di civili. Temi purtroppo ancora oggi di una attualità disarmante.
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