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A pagina 81 trovo la foto di un letto mai visto in nessun catalogo Thonet.
In effetti, nell’innumerevole produzione dei Fratelli Thonet ci sono alcuni prodotti estremamente rari, mai trovati ed esclusivamente segnalati su cataloghi o su fotografie d’epoca. Oggetti che suscitano una grande emozione in noi amanti dello stile Thonet anche alla sola visione.
Ecco perché penso sia interessante parlarne e condividere la mia esperienza con voi, iniziando da un dondolo con una storia particolarmente romantica: il dondolo n. 3 “ doppio”.
I fuori catalogo Thonet
In effetti non sto parlando di casi rari, tutt’altro. Nella mia lunga vita da appassionato di linea curva ho incontrato spesso arredi non presenti nei miei cataloghi e comunque non li avrei trovati anche se avessi possseduto tutti i cataloghi della famosa casa austriaca.
Penso al lampadario visto a casa dell’Arch. Portoghesi o di un altro visto ad un museo a Bystřice pod Hostýnem, in Repubblica Ceca. Penso a una specchiera simile al parascintille modello n. 1 dell’etagère ad angolo che vinsi a un’asta di Dorotheum, proveniente da un palazzo della famiglia Thonet a Vienna.
Oggetti unici, probabilmente eseguiti per un’esposizione o ad hoc per un cliente particolarmente importante o per un famigliare Thonet. Oppure semplicemente frutto di sperimentazioni nella curvatura del legno, spesso ardite, che per ragioni di mercato o di produzione non conviene mettere in produzione.
Ad esempio perché l’ingegnerizzazione sarebbe troppo costosa per posizionare l’oggetto al prezzo giusto di mercato.
Il dondolo Thonet n.3 “doppio”
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due. (Erri De Luca)
In verità su questo oggetto ho già scritto in un post su LinkedIn ma è talmente particolare e unico da meritare uno spazio a lui dedicato nel nostro blog. Un oggetto che non ho mai visto dal vivo e che forse non esiste più.
Questo dondolo è segnalato in una nota nel poster-catalogo della Thonet del 1867. Infatti si tratta di una variante del dondolo n. 3.
Nel 2006 quando ho scritto un libro sui dondoli Thonet non si sapeva niente a riguardo di questa variante. Poi osservando una foto dell’esposizione di Parigi del 1867, sul bordo destro, ho notato un pattino in più.
Erano presenti tre pattini, non due e non quattro, uno schienale rivolto in maniera errata rispetto alla seduta. Non poteva che essere questa variante.
All’Esposizione di Parigi nel 1867
Archeologia industriale
In base alle mie indicazioni, utlizzando un programma di modifica delle foto, il collezionista tedesco Manfred Schuh riesce a ricostruire quello che doveva essere il modello mai visto.
Così nel libro edito da Silvana Editoriale possiamo mostrare per la prima volta questo oggetto che aveva una funzione d’uso particolarissima: permetteva a due persone di dondolarsi, guardandosi in faccia uno con l’altro.
Qualche anno più tardi ho comprato su ebay una foto che ritrae Edmond de Goncourt seduto su questo modello, in quello che poi scoprii essere lo studio in Boulevard de Montmorency al civico 53, a Parigi.
Dietro la foto un ritaglio di giornale dal titolo “Le Fauteuil du Souvenir” dove si racconta del dolore di Edmond, scrittore amico di Gustave Flaubert ed Émile Zola, per la perdita del fratello Jules e del dondolo a due sedute che utilizzavano insieme.
Le date corrispondono. L’atelier viene aperto nel 1868. Le foto dell’Esposizione di Parigi della metà dell’anno precedente così come la nota sul poster dello stesso anno.
Visitando il sito della fondazione “Académie Goncourt” di Parigi troviamo un’altra foto dello studio con lo stesso dondolo.
La cartolina che ritrae Edmond de Goncourt nel suo studio a Parigi
Un’ipotesi confermata
La ricerca storica conferma così la mia tesi. Il dondolo è esistito davvero e chissà quante persone hanno condiviso un momento di relax o di riflessione seduti insieme su questo splendido oggetto. Uniti in uno stesso tempo ma pur sempre distinti, con la gioia e il piacere di scegliersi ogni volta.
Mi ricorda tantissimo una bellissima poesia di Erri de Luca, “Due“. Il pensiero vola quando il troppo caldo obbliga allo stare fermi.
Ecco perché la storia Thonet è così affascinante. Per il suo essere sempre così attuale e per la consapevolezza di avere ancora così tanto da scoprire e da raccontare.
E voi, avete mai vissuto un’esperienza simile? Intanto che ci pensate, godiamoci la splendida poesia di Erri De Luca.
Due
Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.
(Erri De Luca)
František
22 Agosto
The rocking chair by G. Thonet … No: 3 is very specific and charming as a fairytale story.
I’ll be happy when I have it in my collection, I’ll wait one day.
František – Musem of furniture.
Giovanni Renzi
23 Agosto
Hi František, I fully agree. Maybe we can help you, let’s keep in touch.