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La storia delle culle di linea curva inizia con i modelli Thonet (n. 1 e n. 2) nella seconda metà dell’800, seguita dalle culle della Jacob & Josef Kohn. Alla produzione Kohn si ispira la Società Antonio Volpe tanto che il suo modello Ottocentesco n.50 copia esattamente il modello n.1573 della società viennese.
Questa stessa culla viene immortalata nel film “Ieri,oggi, domani”, con una splendida Sofia Loren nel ruolo di una donna impegnata a fare figli per non finire in carcere, e Marcello Mastroianni nel ruolo del marito. Mai oggetto di arredo fu più funzionale al proprio obiettivo. La ritroviamo anche in catalogo commerciale, Au Bon Marché.
Culla in evoluzione
Per l’Esposizione Universale di Parigi del 1878, sempre la Jacob & Josef Kohn produce un modello di culla ancora più elaborato del precedente. Un modello immortalato da una serie di famose cartoline francesi della fine dell’800 e portato anche ad Anversa e a Barcellona nel 1881.
La culla rielaborata della J&J Kohn nel catalogo di Au Bon Marché
Di tutte le meravigliose culle in legno curvato vogliamo parlarvi di due modelli in particolare:
- il modello n.80 della società Antonio Volpe da Udine
- un modello della Jacob & Josef Kohn attribuito a Josef Hoffmann.
Di quest’ultimo non abbiamo citato il modello. Non si tratta di una dimenticanza. Il punto è che, semplicemente, non esiste.
Prototipi e sperimentazioni
Non tutti i nuovi prodotti in legno curvato, presentati dalle imprese durante le Esposizioni Universali,vengono poi inseriti nei cataloghi commerciali. Anzi, è piuttosto frequente che questo accada.
Le ragioni principali sono l’elevato costo di realizzazione che normalmente avevano questi modelli, spesso quasi sperimentali ed estremamente complicati nella realizzazione. Oppure considerati troppo costosi per l’utilizzo di parti in metallo o ferramenta, che rendono l’ingegnerizzazione dell’oggetto non conveniente dal punto di vista aziendale.
Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui questa splendida culla non compare in alcuna pubblicazione commerciale della Jacob & Josef Kohn. Vi proponiamo un particolare spettacolare nell’immagine di copertina e qui sotto la foto dell’intero.
Un’origine certa
È la tipologia della costruzione, l’uso sapiente delle forme geometriche vuote e piene nonché i richiami a diverse serie prodotte dalla società viennese che danno la certezza della produzione Kohn.
L’utilizzo delle piccole sfere, contemporaneamente elemento di decoro e fondamentale costruttivo, è tipico di molti modelli conosciuti. Oltre ai modelli n.371, le famose sedie “sevenballs” ma anche poltrone e divani, di cui vi abbiamo già parlato, le ritroviamo anche nelle serie n.1262 e n.1263, tavolini da bistrot o da salotto. Altrettanto, l’ovale in compensato è prodotto in alcune variazioni della seggiola prodotta dalla Jacob & Josef Kohn per il sanatorio di Purkendorf, la n. 322.
Tutti questi modelli conducono al grande genio creativo di Josef Hoffmann, sia per disegno che per l’utilizzo che ne fece in alcuni suoi famosi allestimenti o arredamenti .
Mobili con le sfere
I mobili con le sfere, mostrati nel 1906 alle esposizioni di Milano e di Londra, hanno una storia che ancora deve essere scritta completamente. Una storia che affronteremo presto in un post dedicato a un oggetto mai visto. Questo capolavoro ci mostrerà l’utilizzo di queste sfere e di come sia possibile datare i mobili proprio sulla base del tipo di sfera utilizzata.
Comunque, la loro consacrazione definitiva arriva sicuramente durante la Kunstschau di Vienna del 1908 (arredamento della casa di campagna) e quindi nelle edizioni del catalogo del 1908 e del 1909 della Jacob & Josef Kohn.
Nel 1916 i mobili con le piccole sfere scompaiono dallo stesso catalogo. Questa culla va quindi datata intorno a questo intervallo di tempo (1906-1915). La culla potrebbe essere un prototipo o un esemplare disegnato in particolare per un progetto o per un cliente esclusivo.
Di questo modello si conosce un solo esemplare. In colore mogano risulta completo in tutte le sue parti e perfettamente conservato. Nessuno riuscirà più a disegnare una culla così elegante e così moderna nello stesso tempo.
La culla n.80 della Società Antonio Volpe da Udine – attribuzione Max Fabiani
Max Fabiani, forse sì
Ci tenterà qualcuno della scuola viennese, Max Fabiani, con la produzione della Antonio Volpe di Udine nell’immediato dopoguerra. Il modello fu esposto in una delle prime Fiere di Milano, quella tenuta nell’aprile del 1923 nel nuovo padiglione del Friuli.
La culla della Volpe è assolutamente svincolata da qualsiasi modello delle due aziende austriache maggiori. Proprio per la sua originalità è stata attribuita proprio alla Jacob & Josef Kohn in svariate aste, dal mercato antiquario e in diverse pubblicazioni in lingua tedesca.
L’utilizzo di figure geometriche quali l’ellisse, che si sommano costruendo un cestello di rara bellezza, è infatti inusuale e riporta alle geometrie tipiche della Secessione viennese di inizio secolo.
Sempre a proposito di funzionalità, i miei figli hanno dormito in una classica e riccioluta culla Thonet ottocentesca. E voi, avete mai utilizzato o visto una culla in legno curvato a vapore? Se sì, raccontatecelo nei commenti.
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