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Appassionati di arti e di design europeo, non potevamo mancare.
Invitati alla serata inaugurale, eravamo lì per voi al taglio del nastro per farci ancora una volta sbalordire dall’ “Arte Nuova” e, come sempre, pronti alla ricerca della linea curva.
Una mostra mitteleuropea
I 200 oggetti esposti provengono dal Museo delle Arti Decorative di Praga, ex Austria-Ungheria. Arrivano a Trieste, confine più meridionale dell’Impero, ripercorrendo fisicamente quell’area che ha come cuore pulsante Vienna e i suoi intellettuali.
Questa nota geografica connota fortemente la mostra. Se infatti pensate di trovare riccioli, fiori e colpi di frusta, ovvero i tanto famosi vasi Gallè, le ceramiche Barbottine o le lampade Tiffany, questa non è la mostra più giusta.
Al contrario è la mostra perfetta per chi cerca l’anima del tempo legata alla ricerca di nuovi valori spirituali e collettivi, alla rappresentazione dell’interiorità umana e al ribaltamento delle gerarchie sociali nella fruizione dell’arte.
Arte e Vita
Gli oggetti esposti sono una densa espressione dei cambiamenti di uomo e società moderna e dello stretto rapporto tra Arte e Vita. Non a caso ad accompagnare la visita lungo le pareti pensieri di Gustav Klimt, di William Morris e della Secessione Viennese.
In primo luogo i manifesti, a cominciare da quello di Klimt per la prima mostra della Secessione. Il primo manifesto “moderno” dove Teseo ed il Minotauro rappresentano la lotta tra la nuova e la vecchia arte. Ricchi di simboli quelli famosissimi di Alphonse Mucha.
Ma quelli che ho trovato più interessanti sono legati all’espressione del cambiamento dei tempi. Come l’inserto della Wiener Mode che mostra una donna che gioca a tennis. O quello di Hugo Steiner dove una donna sola passeggia di sera per Praga guardando le vetrine.
Il nuovo femminile si esprime negli abiti e negli accessori della nuova moda del tempo
La donna entra in società
L’emancipazione della donna è uno dei temi forti della mostra. Bellissimi vestiti, accessori e gioielli evidenziano la crescente presenza delle signore nella società e la conseguente esigenza di disporre di guardaroba e accessori alla moda.
È con l’Expo di Parigi del 1900 che nasce la tendenza a modellare con gli abiti il corpo della donna.
La nuova silouette dal famoso e faticoso vitino di vespa prende forma dalle accattivanti linee dell’arte nuova. Ecco dunque un raffinato bustino ovviamente con la sua scatola dalla grafica accattivante e alla moda. Abiti e scarpe dai dettagli accurati e dai materiali più ricercati.
Un capitolo a parte sono anche i gioielli. In mostra ci sono esemplari spettacolari per bellezza e fattura. A uno dei più particolari non potevamo non dedicare la nostra copertina.
L’arte per tutti
Così ci rivolgiamo a tutti senza distinzioni di stato o di censo. Non riconosciamo differenze tra l’arte per ricchi e per poveri.
I tempi cambiano, il progresso va veloce e in questo contesto l’arte deve e può arrivare a tutti. Lo scrive Klimt e questa è la spinta nuova che porta gli artisti tra 800 e 900 ad applicare le loro arti a tutti gli ambiti del vivere.
Qualità estetica e qualità artistica governano il design di ogni cosa. La ritroviamo nel bel vaso in vetro di Josef Hoffmann nel particolarissimo bicchiere di Otto Prutscher, nelle raffinate posate in metallo, finalmente non d’argento ma alla portata di tutti. Così come nel centro tavola con sinuose figure femminili.
Tutto rigorosamente di altissima qualità estetica.
Set di posate per tutti e il vaso di Josef Hoffmann
Legno curvato alla mostra sul Liberty
E il legno curvato? Dove i valori rappresentati sono democraticità, bellezza, cura del dettaglio e diffusione del buon gusto non può mancare questo linguaggio d’arredo. E qui è rappresentato alla grande da una spettacolare chaise longue prodotta dalla Jacob & Josef Kohn, frutto del genio creativo di Gustav Siegel.
Abbiamo già conosciuto questo architetto attraverso il dondolo presentato all’Expo di Parigi del 1900. Lo abbiamo anche visto dal vivo all’Hofmobiliendepot durante il nostro tour a Vienna. E questo particolarissimo oggetto ce lo ricorda davvero tanto.
Bellissimi i dettagli e, contrariamente a quanto si possa pensare, molto interessante come la sezione quadrata delle nervature si sposi perfettamente con la sinuosità dell’arte nuova. Un capolavoro.
La spettacolre chaise longue di Gustav Siegel
Abbiamo anche visto alcuni mobili di artisti praghesi, allievi di Otto Wagner, che seguendo una ricerca geometrica catturano “l’essenza delle forme” collocandosi molto vicino ai nostri Josef Hoffmann, Otto Prutscher e lo stesso Siegel. Molto interessanti quelli di Leopold Bauer del 1900-1902.
Anche nei complementi di arredo, vi sono molte realtà che nascono e operano in simbiosi con artisti e designer. In mostra, significative due “aziende del vetro”:
⊗ la produzione di Johann Lötz Witwe spesso connotata da vetri che tendono al verde e al giallo oro
⊗ la vetreria Elisabeth, Pallme-König & Habel che si distingue più che nei colori, in una sorta di reticolo a rilievo che ricopre l’intero oggetto, quasi un intreccio vegetale.
Cosa ci rimane della mostra
Sicuramente abbiamo compreso il nuovo significato di bellezza. La bellezza non è più preziosità nel senso classico dei materiali ma è qualità estetica dell’oggetto, è tensione del pensiero che lo ha generato, è emozione dell’anima di chi lo ammira.
L’avere sdoganato l’utilizzo di materiali non preziosi come il rame, il vetro, le leghe metalliche, l’osso, ha offerto nuove possibilità all’artista-designer e permesso prezzi più accessibili. Parola d’ordine: la diffusione del bello.
Tutto ciò permesso da un nuovo rapporto arte-fabbrica. Esperienza e capacità tecniche si pongono al servizio della creatività per raggiungere il massimo risultato e per poterlo replicare in numeri significativi per la società. In serie, appunto.
L’idea dell’artista nel disegno, l’esperienza e la tecnica dell’azienda e dei suoi operai nella realizzazione. Tutto con grande e reciproco rispetto, senza atteggiamenti da superstar tipici dei designer dei nostri tempi.
In conclusione, una mostra che vale la pena di visitare. Se vogliamo proprio fare un appunto, non sempre l’illuminazione riesce a valorizzare gli oggetti. D’altro canto la struttura è nata per ospitare dei cavalli seppur regali. A una ristrutturazione, seppur benfatta, possiamo perdonare qualche carenza.
Usciti dalle sale delle scuderie, lasciamo decantare queste immagini e questi pensieri. Passeggiando per il bellissimo parco raggiungiamo la dimora dei padroni di casa ovvero il Castello di Miramare. Il biglietto include infatti anche la visita al Museo storico ma di questo vi racconteremo nel prossimo post su Trieste.
Intanto eccovi alcune informazioni operative. Buon divertimento!
MOSTRA Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti
Scuderie del Castello di Miramare, Viale Miramare, Trieste
Durata: 23 giugno 2016 – 7 gennaio 2018
Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.30)
Biglietti: Museo storico di Miramare + mostra Liberty Scuderie del Castello
• Intero 10,00€
• Ridotto 8,00€ per i cittadini UE 18-25 anni
• Gratuito per i cittadini UE di età inferiore a 18 anni
Accesso al parco gratuito.
Info e prenotazioni: tel +39 041 2880470 (lun-ven 9.00-18.00 e sabato 9.00-14.00)
Per guida o operatore didattico (gruppi o scolaresche min 10-max 25 persone) la prenotazione va effettuata almeno 15 gg prima.
Linette Roscigno
13 Settembre
articolo perfetto grazie
Alessandro Scordo
16 Settembre
Buongiorno Linette,
mi fa piacere ti sia piaciuto.
Grazie a te dunque pe avere avuto la voglia di farcelo sapere. Alla prossima