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Tutti lo conoscono come Presidente di Poltrona Frau, eccellenza del made in Italy nel mondo. Ha l’intuizione di portare l’azienda da Torino a Tolentino facendola diventare un simbolo internazionale di bellezza e di design.
Non solo marchio sinonimo di eleganza e stile ma anche:
modernissima azienda in cui design, tecnologia, artigianato e tradizione si fondono in perfetta armonia mantenendo intatta l’altissima qualità dei prodotti
E per questo motivo il 14 giugno 2016, vicino al suo 82esimo compleanno, viene insignito del premio Compasso d’Oro alla carriera.
Pochi forse sanno però che è proprietario della Gebrüder Thonet Vienna (GTV), una delle tre aziende europee che ereditano la storia di Michael Thonet e dei suoi cinque figli.
A lui dedichiamo la seconda intervista dopo l’Arch Paolo Portoghesi perché Moschini sta al fare impresa come Portoghesi all’architettura.
Entrambi legati indissolubilmente al legno curvato, sono due maestri che hanno scritto un pezzo di storia importante del nostro paese e, ognuno nel proprio ambito di azione, ne ha cambiato le sorti, definito i confini del gusto ed ha tracciato sentieri nuovi attraverso ambiziose visioni.
Imprenditore del bello
Così è stato definito da Francesco Alberoni, amico da sempre, dando il titolo alla sua biografia scritta insieme al figlio Giulio, pubblicata lo scorso anno.
Un marchigiano, appassionato di musica, amante della natura, “amico sincero e uomo attento agli altri”, come lo definisce Luca Cordero di Montezemolo.
Imprenditore determinato e visionario che ha saputo leggere il suo tempo e immaginare il futuro, sperimentando e con una vocazione profonda per l’innovazione. Osando, con un pizzico di follia nel cuore e un sogno davanti.
Non solo di business ma puntando a un progresso sostenibile, quello buono, che crea benessere per le persone e per la comunità all’interno della quale ogni impresa è responsabilmente inserita.
Contributo alla vita di tutti sul cammino della civiltà
E la sua comunità sono le Marche, che sostiene anche attraverso la sua Fondazione e le mille iniziative, tra cui il Ce.S.Ma., il Centro Studi Marche di Roma, di cui è Presidente esecutivo e assegna ogni anno il premio “Marchigiano dell’Anno” .
Persone del territorio che si sono distinte in attività sociali, culturali, imprenditoriali.
Un impegno per valorizzare e promuovere l’operato dei suoi concittadini anche attraverso le molte partecipazioni del Gruppo Moschini in varie imprese, molte delle quali startup, in un’ottica di investimento ma sempre anche di supporto.
Viaggio a Tolentino
Arriviamo a Tolentino nel primo pomeriggio, sempre d’estate e sempre con quel caldo potente tipico dell’entroterra dell’Italia centrale. Un territorio che cuoce, arso dal sole e dalla poca acqua.
La cittadina è un borgo bellissimo che porta ancora le ferite dei recenti terremoti. Qui migliaia di famiglie hanno convissuto con lo sciame sismico per mesi e ormai forse non ci fanno nemmeno più caso. Anche quelle tante, troppe, che ancora vivono fuori dalle loro case.
Entriamo nel Nuovo Teatro Politeama, una meraviglia di edificio che la Fondazione e la mano dell’Arch. De Lucchi hanno portato a nuova vita.
Un capolavoro di edificio, dalla facciata liberty recuperata, agli ambienti rivistati nel rispetto della storia, studiati fin nei minimi dettagli, con dotazioni all’avanguardia e soluzioni negli spazi e negli interni dosate alla perfezione.
Location perfetta in linea curva
Perfette e anche molto comode sono le sedute da teatro disegnate per la Gebrüder Thonet Vienna (GTV). Ma anche l’area caffè, con gli sgabelli Single Curve Barstool di Nendo e le sedute Targa di Gamfratesi, rivisitate ad hoc.
Suggestioni in legno curvato dal Café del Nuovo Teatro Politeama a Tolentino
Le seggioline Radetzky, sempre dell’Arch. De Lucchi, intorno ai tavolini Rehbeintisch e uno spettacolare appendiabiti Kolo Moser. Il tutto a contorno di un affaccio sulle colline, unico e irripetibile. Una location così apparentemente semplice e naturale da essere perfetta.
Franco Moschini ci accoglie elegante come sempre, con la sua immancabile sciarpa, segno distintivo di una eleganza antica.
Ecco cosa ci racconta
Quando ha incontrato Thonet per la prima volta?
Nella mia vita mi sono imbattuto spesso, come tanti, con le sedie in faggio curvato. Me la ricordo tra gli arredi di mia nonna e nei ristoranti che frequentavo.
La passione per questi manufatti accelerò fortemente dopo la mia discesa a Tolentino partendo da Torino con in borsa il marchio Poltrona Frau e assieme ad un unico operaio, che mi chiese: “Ma dov’è Tolentino? Ma dove si trovano le Marche?…”
È un fatto inusuale che un imprenditore si compri, in un breve lasso di tempo, per due volte la stessa azienda, lo stesso brand. Cosa l’ha spinta a farlo?
In effetti ho acquisito il marchio Gebrüder Thonet Vienna nel 2001 per inserirlo nel portafoglio di Poltrona Frau. Poi dopo la quotazione in borsa e l’acquisizione di Cappellini e Cassina, quando per opportunità strategiche il Gruppo decise di cedere i marchi cosiddetti minori, ma che minori in effetti non sono, l’ho comprato personalmente attraverso la mia holding, la Moschini spa.
Ciò dimostra un grande attaccamento alla tradizione del mobile in stile viennese e a Vienna?
Mi sono detto, in entrambe le circostanze, che non era possibile far morire una grande tradizione come quella del faggio curvato a mano e della paglia di Vienna. Mi riferisco non solo ai prodotti ma anche, in generale, all’opera di Michael Thonet che fu il primo grande industriale del mobile, capace di creare un catalogo di migliaia di proposte per tanti settori diversi.
Non a caso il Museo delle arti applicate di Vienna, il MAK, nella propria esposizione dedicata a Thonet, paragona l’azienda del 1853 all’IKEA.
Ma per me il fascino di Vienna è anche la vivacità culturale di fine secolo. Intellettuali che si incontrano nei caffè: artisti, scienziati, filosofi, musicisti. La stessa atmosfera che ci ha orientato nel concept della caffetteria del Politeama, un centro culturale dedicato alle performing art che ho recuperato e donato alla città di Tolentino.
Collezione storica nella suggestiva nuova sede della GTV in via Foggia 23/H, a Torino
La strategia è cambiata con la seconda acquisizione?
La strategia iniziale fu quella di commercializzare i prodotti storici, ereditati dalla fabbrica di Friedberg, in Austria, e di posizionare il brand attorno al concetto di design democratico, inserendo in catalogo diversi prodotti del mondo Frau.
Nella seconda, guidata dall’Arch. Riccardo Pigati, si è passati, invece, alla creazione di un nuovo portafoglio prodotti, tutti di alto artigianato.
Partendo, sempre, dagli stilemi del passato sono state rinnovate le linee tradizionali in chiave contemporanea. Il riferimento è, oggi, chiaramente, un mercato di nicchia ma significativo in termini qualitativi e quantitativi.
I numerosi premi e riconoscimenti ricevuti dal 2014 a oggi ci dicono che siamo sulla strada giusta così come l’accoglienza internazionale dei rivenditori, dei clienti privati e dei professionisti del design. Uno fra tutti il il premio Elle Decor International 2016 con l’imbottito Targa disegnato dal duo italo-danese GamFratesi.
Lei ha avuto la possibilità di lavorare con i più grandi designer ed architetti del mondo. Chi disegna, oggi, per GTV?
Designer famosi ma anche emergenti. Negli incontri che ho avuto con loro mi hanno manifestato, tutti, il piacere e la soddisfazione di poter collaborare con un marchio che eredita una storia così grande. Come il mio amico Michele De Lucchi, Martino Gamper, Nigel Coates, Nendo, Philippe Nigro, il duo italiano LucidiPevere, il duo svedese Front.
Quanto è importante l’heritage, oggi, per il marchio GTV?
Direi senza ombra di dubbio: è fondamentale. Ho voluto sostenere il Museo Thonet di Friedberg dove sorgeva l’ultima fabbrica austriaca che è custode di uno dei pezzi storici più significativi: il tavolo intarsiato che Michael Thonet espose a Londra in occasione dell’Expo del 1851. In più nel tempo ho acquistato diverse collezioni e pezzi unici da collezionisti ed antiquari.
Stiamo, altresì, creando un archivio storico digitale per organizzare e rendere fruibili a tutti il materiale raccolto che si compone anche di libri, foto, cartoline, manifesti.
Sono fermamente convinto che è il racconto delle radici che sostiene il fascino dei prodotti attuali e motivi tutta la filiera: dalla ideazione alla commercializzazione.
il dondolo Thonet modello n.1
C’è un prodotto del passato e del presente a cui è particolarmente legato?
Mi affezionai alla sedia che l’architetto austriaco Adolf Loos disegnò per il Café Museum di Vienna nel 1899 e che riproducemmo quando questo venne rinnovato.
Ma è il dondolo che mi dà particolare gioia, fisica e visiva. Dei prodotti contemporanei amo il divano Targa, perché vedo in questa creazione il passato e allo stesso tempo il futuro della GTV.
Quale futuro vede per la GTV?
Sicuramente un forte sviluppo, peraltro già in atto, nel settore contract. Non dimentichiamoci che Michael Thonet arredò oltre i caffè, tanti ristoranti e teatri.
Ma anche una maggiore valorizzazione commerciale della collezione storica. Sul piano della comunicazione commerciale un forte incremento dell’uso del web.
Vogliamo raggiungere tutti i professionisti e acquirenti privati che desiderano acquistare non solo un mobile o un complemento unico ma anche un pezzo di storia.
Lo lasciamo circondato dal suo team che lo segue ovunque, una vera famiglia a cui tiene moltissimo e che nomina continuamente.
A loro ha dedicato il Compasso D’Oro alla carriera, tra i molti premi e riconoscimenti internazionali ricevuti il più sentito.
A tutte le donne e a tutti gli uomini che hanno collaborato con me in tutta la mia vita lavorativa
Come i dipendenti di Poltrona Frau che, in occasione della chiusura dei lavori del Nuovo Teatro, gli hanno scritto una lettera di ringraziamento per la generosità e la lungimiranza. Esattamente come fecero gli operai di un’altra azienda che ha scritto la storia del legno curvato e del design, la Società Antonio Volpe da Udine.
Anche Franco Moschini ha il legno curvato nel cuore, così come i valori di questo linguaggio, che sanno attraversare il tempo per donare a tutti, attraverso la bellezza, un mondo migliore.
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