La casa dovrebbe essere lo scrigno del tesoro del vivere. (Le Corbusier)
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Come tutti gli amori, però, non furono solo rose e fiori, anzi, ci fu anche un alone di mistero.
E questo mistero riguarda proprio uno dei capolavori più ricordati ed attuali del suo genio creativo, la chaise longue in tubolare metallico modello LC4.
Progetto d’autore
Tra il 1927 e il 1929 Le Corbusier e i suoi due soci, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, disegnano alcuni modelli in tubolare metallico per gli interni del progetto abitativo di una coppia americana: Villa Church, a Ville-d’Avray, vicino a Parigi.
Di questi la più famosa è la chaise longue à réglage continu. Prodotta inizialmente da Thonet con il numero B306, diviene un’icona del design come LC4, rivisitazione del 1965 di Cassina.
Viene definita come la chaise longue per antonomasia, equilibrio perfetto fra purezza, geometria e corporeità, progetto di architettura domestica per antonomasia.
Contaminazioni dalla Thonet n.7500
In verità, questa poltrona ha molto in comune con la Thonet n.7500 la cui prima immagine conosciuta è presente in un giornale americano, l’Harpers Weekly del 28 ottobre 1876.
Tra gli oggetti in legno curvato di produzione austriaca (Thonet e Jacob & Josef Kohn) presenti alla World Exhibition di Filadelfia, la troviamo esposta nella versione senza braccioli e con un materassino di pelle trapuntato.
Il modello senza braccioli viene prodotto solo in questi primi anni perché dal 1879 sul catalogo Thonet appare con i braccioli e così rimane all’interno della produzione fino alla Prima Guerra Mondiale.
È la versione originaria a ispirare Le Corbusier, che la riprende per il progetto di Villa Church. Ma come mai l’oggetto di design più conosciuto di Le Corbusier ha smesso di essere prodotto dalla Thonet?
Alle origini di un’icona
Le Corbusier e il suo studio per i loro progetti sono in relazione con Thonet Frères, la succursale francese della casa madre austriaca.
Hour e Labadie producono i primi prototipi nell’atelier di fabbro ferraio di quest’ultimo. La sensazione è che finalmente si sia trovata la strada giusta per affrancare la seduta in tubolare metallico dal ghetto dei bistrot e degli ospedali, dove era stata relegata per la sua freddezza, ritenuta inadatta agli ambienti domestici .
Certamente, per il suo costo elevato la proposta è per ambienti di livello alto, anche se pur sempre domestici. Gli oggetti Thonet in legno curvato continuano invece a essere ritenuti perfetti per la massa.
La chaise longue di Le Corbusier appare nel catalogo tedesco Thonet del gruppo Thonet-Mundus nel 1930-31
Dal prototipo alla produzione in serie
I primi tentativi di iniziare una produzione in serie però falliscono. I rivenditori, interrogati dai potenziali produttori, ritengono che sia ancora troppo presto. I tempi non sono maturi per accogliere queste avveniristiche soluzioni. La verità è che il mercato non c’è.
Nel 1929 Thonet Frères accetta di produrre gli oggetti che saranno esposti al Salone d’Autunno a Parigi e inizia la produzione in serie. Nel 1930-31, la chaise longue B306 appare nel catalogo tedesco Thonet del gruppo Thonet-Mundus.
Una strana anomalia è legata ad Adolf Gustav Schneck, architetto tedesco e designer indipendente, autore di diverse sedie e poltrone prodotte da Thonet. Nella sua pubblicazione “Der Stuhl” del 1937, nella sezione dedicata ai mobili della scuola del Bauhaus, nel caso della tedesca Thonet A.G. Frankenberg/Hesse indica sia il nome del progettista che il produttore.
Per i prodotti francesi dello studio di Le Corbusier, invece, omette il nome della succursale. Eppure sono questi ultimi ad avere avuto una risonanza molto maggiore di quelli in tubolare metallico della scuola tedesca, proprio grazie ai progetti di Parigi.
Un progetto “europeo”
A complicare ulteriormente, nel 1934, nei pressi di Zurigo, la società svizzera Embru-Werke A.G. a Rüti produce una sua versione, forte di una licenza concessa da Le Corbusier stesso.
Il modello n.2072 differisce dall’originale nella base di appoggio, disegnata con sezione quadrata. Non è la sola. La stessa Thonet concede altre licenze anche in Czechoslovakia. Oltre a Embru le imprese licenziatarie sono Basler Eisenmobelfabrik Breunlin e Bigla.
In aggiunta a questo proliferare di versioni, già nel 1930 Thonet Frères segnala a Le Corbusier la presenza di riproduzioni non autorizzate nel catalogo della mostra di arti decorative di Stoccolma.
L’approccio collaborativo anche tra concorrenti è usuale nel mercato del design moderno. Ne è un elemento essenziale, almeno così è stato per la Gebrüder Thonet e la Jacob & Josef Kohn nel settore del legno curvato. Sta di fatto che lo scenario intorno alla nostra chaise longue, anziché schiarirsi, sembra imbrogliarsi ancora di più.
Sempre suggestiva la LC4 di Cassina firmata da Le Corbusier (www.cassina.com)
Fama tardiva
Nonostante tutto, la chaise longue di Le Corbusier all’inizio ha poco successo se non in Francia. Ciò è comprensibile per il mondo anglosassone che ancora nel 1929, su un numero di The Studio, esprime le sue perplessità sul mobile in tubolare metallico. Così come sulla concezione di Le Corbusier della casa come “macchina da abitare”.
Anche dopo l’apparizione nel catalogo Thonet del 1930, nel mercato tedesco non c’è grande risonanza, nonostante la Germania sia la patria del movimento Bauhaus.
La Thonet Frères rimane di Leopold Piltzer, proprietario del gruppo Kohn-Thonet-Mundus, anche dopo l’accordo del 1940 in cui cede i diritti del marchio Thonet a Ovest del Reno ai discendenti della famiglia Thonet.
Ma Pilzer è ebreo e lascia l’Europa per gli Stati Uniti.
Nel dopoguerra cede i diritti della chaise longue d una società svizzera che nel 1965 la cede a Cassina. Quest’ultima ne farà uno dei suoi capolavori.
Un capolavoro per sempre
Noi non abbiamo una risposta certa di come siano davvero andate le cose. Come tutti i misteri che si rispettino, anche questo non ha ancora una soluzione, almeno, noi non la conosciamo.
Quello che mi ha colpito maggiormente di questa singolare storia è il ruolo fondamentale che Charlotte Perriand ha avuto nel rendere tutto questo possibile.
È lei a ingaggiare Labadie, a creare la copertura e i cuscini e ad assemblare il primo prototipo nel suo atelier a Saint-Sulpice dove invita Le Corbusier e Jeanneret, sorprendendoli. È lei a insistere nonostante i primi rifiuti, a credere fortemente in questo progetto.
È lei a voler esporre al Salone di Parigi ed è grazie a lei che Thonet Frères si convince a produrre i primi prototipi a proprie spese.
Questa è una certezza, così come il fatto che la chaise longue B306, o LC4, sia bellissima e forse questo alone di mistero la rende ancora più affascinante.
Il suo disegno riprende ergonomicamente lo spazio occupato da una persona in maniera perfetta. E questa perfezione non potrà mai essere messa in dubbio da nessuno.
E voi, cosa ne pensate della LC4? Se avete piacere, lasciate la vostra opinione nei commenti.
Aldo
21 Marzo
BRAVA! Articolo molto ben scritto e con contenuti competenti mi sembra ( non sono un esperto ma ho un debole per lo stile Thonet ed adoro la LC4 come ben sai) che rivelano fatti che, presumo, forse pochi conoscono . Non avevo mai pensato ad una correlazione tra i due stili.
Manuela Lombardi Borgia
22 Marzo
Buongiorno Aldo, grazie per il tuo commento! Immaginavo ti sarebbe piaciuto, so che hai un debole per la LC4 ma ora che sai che è nata come Thonet B306 so che ne apprezzerai ancora di più il valore. Anche io sono rimasta colpita dalla sua storia che non conoscevo così approfonditamente. E siccome si può copiare un prodotto, ma non si può copiare una storia, ecco l’unicità di un prodotto che ha saputo reinventarsi con successo senza perdere le sue origini. Onore a Cassina per averci creduto fino in fondo. E tu qual’è la versione che preferisci?
Aldo
23 Marzo
Quella che ho deciso di comprare …… la LC4 Villa Church ( versione speciale grigia con struttura bicolore nero e grigio/blue)….realizzata per Villa Church a Ville-d’Avray
Uno spettacolo!!!!
A presto
Manuela Lombardi Borgia
23 Marzo
Sono davvero felice di essere riuscita a darti lo spunto finale per un acquisto così importante. Hai fatto benissimo, la bellezza fa stare bene, sempre. Ora però devi mandarci una foto ambientata, mi raccomando. la aspettiamo!
Ernesto
9 Gennaio
Mi piacerebbe averla. Me ne sono innamorato. ?
Manuela Lombardi Borgia
10 Gennaio
Ernesto caro, e ci credo! Come resisterle? Ma poi perché farlo, dico io? La LC di Cassina è disponibile in varie versioni per diversi prezzi. Ti conviene andare sul sito di Cassina così vedi le alternative. Dallo store locator vedo che a Bologna ci sono due punti vendita. Come tutti gli oggetti di design ci sono circa 2 mesi di consegna ma se ne hanno qualcuna in esposizione potresti essere fortunato e trovare un prezzo ancora più interessante. Fammi sapere! Ti abbraccio
Edoardo
30 Luglio
Salve
Ho un modello penso sia la prima produzione attorno al 1930 in cavallino beige/bianco ed introvabile
Mi scriva pure per email se interessato
Rognoso72@hotmail.com
Bella recensione
Manuela Lombardi Borgia
19 Agosto
Grazie Ernesto ma non siamo interessati.
duccio
24 Giugno
Buongiorno, otti ricostruzione, un oggetto non è nulla senza la sua storia, ho bisogno di recuperare quindi un pezzo di storia, vorrei sapere se possibile chi produceva la lC4 sotto regolare licenza subito prima di Cassina cioè dal 1960 al 1964. Grazie comunque
Manuela Lombardi Borgia
24 Giugno
Buongiorno Duccio, sicuramente non era più produzione Thonet. Noi ne abbiamo perse le tracce ma probabilmente era già di Cassina. Le consiglierei di rivolgersi direttamente a loro. Se poi dovesse scoprirlo, torni qui a dircelo. Ci farebbe molto piacere. Grazie
Paolo
1 Giugno
Buongiorno Manuela, buongiorno Duccio.
Dal 1958 al 1964, la chaise lounge fu prodotta come mod. LC 104, da Heidi Weber per conto dello stesso Le Corbusier, con il quale, nel 1959 (dopo una prima produzione del 1958 assai limitata ed ancora praticamente artigianale) la Weber stipulò un Contratto triennale di cessione di Licenza, per la fabbricazione di n. 4 modelli specifici del 1929, delle sedute di Le Corbusier, tra cui appunto la chaise lounge LC4.
Dopo un periodo di produzione comunque limitata, nel 1962 il Contratto venne rinnovato, come quindicinale, dal 1963 al 1978, dando così maggior impulso alla produzione, comunque ristretta. Nel 1964, visto il crescente successo del modello, ed in funzione di una maggior produzione e commercializzazione internazionale, la Weber stipulò un accordo commerciale con la Cassina spa (che stava espandendo sempre più la produzione di mobili di design e di pregio, a livello internazionale) per la realizzazione degli arredi di Le Corbusier, di cui Lei deteneva la licenza. Dal 1965 in poi la Cassina ha prodotto gli arredi di LC (Praticamente dal 1965 al 1978, la Cassina ha prodotto “sotto licenza” della Weber, le 4 tipologie di sedute di LC, oggetto del loro contratto del 1959), rilevando poi, nel 1979, dagli eredi di LC e dalla Fondazione LC, i diritti ed i brevetti licenziatari per la produzione di tutti arredi progettati (o schizzati/ideati con altri) da Le Corbusier
Manuela Lombardi Borgia
3 Giugno
Ma che meraviglia! Grazie Paolo, molto interessante. Se lei è d’accordo aggiungerei queste informazioni al post, ovviamente citandola. Che ne dice?
Alessandro
2 Novembre
Buongiorno, mi e’ stata regalata da mio zio una lc4 anni 70 in cavallino, pensavo fosse originale ma purtroppo non ho trovato nessun riscontro sul telaio. La mia domanda e’ se tutte le serie prodotte hanno firma e numerazione .Grazie
Manuela Lombardi Borgia
21 Novembre
La nostra competenza è relativa ad arredi d’epoca in legno curvato a vapore. Non possiamo darle le informazioni che richiede ma può scrivere direttamente a Cassina.
lino
24 Settembre
Buon giorno Sig. Manuela ho letto tutta la storia di Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand ,secondo Lei come si puo’risalire all’anno di costruzione in base al numero di serie ? E’ solo una curiosità .
Ringrazio e complimenti per l’articolo e i contributi dei vari regolatori.