La natura delle cose non può essere scoperta analizzandole in base alle loro funzioni, etichettandole o classificandole, ma comprendendo la loro relazione con le persone, il loro comportamento e le emozioni che hanno causato la creazione di questi oggetti. (Jean Baudrillard, Il sistema degli oggetti)
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A questi si aggiungono i 650 designer under 35 del SaloneSatellite.
Ai padiglioni della fiera, 434.509 presenze in 6 giorni, provenienti da 188 paesi. Rispetto all’edizione del 2016 c’è stato un incremento del 17%.
Rispetto al 2017, l’affluenza è cresciuta del 26%. Numeri da capogiro ma anche da grande confusione. Curioso vedere come i resoconti della settimana più importante per la città del Design si dividano tra la positività di un settore che traina la ripresa (e questo è sicuramente vero) e la sensazione da caravanserraglio del Fuorisalone.
Sintomo di un’euforia che sembra penalizzare proprio gli operatori del settore e chi partecipa per farci del business. Insomma, in mezzo alla confusione e al caldo, anch’esso da record, c’era davvero da perderci la bussola.
Milano capitale del design
Ma la verità è che la Design Week milanese è bellissima. Straordinaria, entusiasmante, poliedrica, multietnica. Un momento in cui la città si accende di mille cortili e vetrine straripanti di bellezza e di creatività nelle più disparate installazioni e negli scenari da spettacolo continui.
Così come negli apertivi e inaugurazioni e nel piacere di sentirsi in festa senza soluzione di continuità, in mezzo a una marea di persone provenienti da tutte le parti del mondo. E la bellezza, , si sa, contamina e pervade.
E se è vero che la nostra mente raccoglie molte più informazioni di quanto immaginiamo, tutto questo tripudio sedimenterà e porterà sicuramente nuovi stimoli, idee e ricchezza per tutti.
La creatività si alimenta di pensieri laterali e soprattutto di diversità. Uscire dal conosciuto e dalla propria area di comfort è condizione prima per scatenare nuovi e dirompenti modi di vedere le cose e la vita e più uscita di così, direi che si muore, anzi, no, si crea.
Punto di vista da dentro il Salone
Quest’anno per noi è stata una Design Week particolare, per la prima volta l’abbiamo vissuta da protagonisti del Fuorisalone e la sensazione è stata proprio quella che abbiamo descritto.
L’abbiamo passata in galleria, alla nostra mostra dedicata agli oggetti d’arredo d’epoca che hanno dato origine al design, ma anche a raccogliere informazioni sul legno curvato oggi. Perché la magia di questo linguaggio d’arredo è anche questa:
la sua capacità di durare nel tempo e di proseguire un cammino iniziato in una bottega da ebanista che ancora oggi ha così tanto da raccontare.
Abbiamo osservato e analizzato con attenzione le proposte contemporanee delle più importanti imprese con la linea curva ed ecco il nostro resoconto e il nostro punto di vista.
Novità in legno curvato
Le aziende che ereditano la storia della Gebrüder Thonet sono 3: la Gebrüder Thonet Vienna (GTV) con sede a Torino, la Thonet G.m.b.H. con sede a Frankemberg, in Germania e la TON, con sede a Bystřice pod Hostýnem, in Repubblica Ceca.
Abbiamo iniziato a presentarvele lo scorso anno proprio in occasione del Salone 2017. A loro quest’anno aggiungiamo la FAMEG, sorta negli anni ’50 dalla fabbrica Thonet in Polonia, dove ancora oggi produce i propri oggetti in legno curvato. Sono venuti a trovarci alla nostra mostra, li abbiamo studiati e con piacere, ne parliamo.
Ecco dunque le migliori proposte in linea curva viste al Salone del Mobile 2018.
⊗ dalla Gebrüder Thonet Vienna (GTV)
- I tavoli CARYLLON by Cristina Celestino
- La lounge chair LOÏE by Chiara AndreattA
- La lounge-chair PROMENADE by Philippe Nigro
- I tavolini WIENER BOX by Cristian Mohaded
- Il divano modulare TARGA by Gamfratesi
Con il logo Wiener GTV Design, l’azienda italiana al Salone conferma la sua vocazione all’indagine progettuale e alle collaborazioni con talenti del design internazionale.
Quest’anno si arricchisce di due firme tutte al femminile, Cristina Celestino e Chiara Andreatti, che affiancano le collaborazioni con il duo italo-danese GamFratesi, Philippe e l’argentino Cristian Mohaded. Al Fuori Salone, il progetto Promenade High Size.
Sapore retrò dal forte spirito per CARYLLON, la nuova collezione di tavoli firmati da Cristina Celestino, caratterizzati da piani intarsiati con diverse essenze.
Leitmotiv della collezione è il legno a sezione quadrata scelto per la struttura e la ricchezza del trattamento decorativo dei piani ispirati alla “straw marquetry”, sofisticata tecnica artigianale di intarsio realizzato con strisce di paglia tinta nel colore dal sapore Déco.
I tavoli CARYLLON nelle due versioni proposte al Salone 2018
Le proposte sono un tavolo dining rettangolare, e in un’originale versione bassa, un fronte divano dalla forma a fiore, disponibile in due altezze.
Seconda inedita collaborazione è quella con Chiara Andreatti, giovane e talentuosa designer che con il suo stile equilibrato e la passione per l’alto artigianato firma LOÏE, lounge chair dalle curve armoniose.
Elemento distintivo è l’avvolgente schienale in paglia di Vienna con cornice strutturale ellittica in massello di frassino curvato a vapore in pressa. Caratterizzato da una sofisticata lavorazione a doppia raggiatura, è disponibile in tinto noce o verniciato nero opaco con poro a vista.
Altro elemento particolare, le cinghie in tessuto incrociate della seduta imbottita che si innesta nella struttura in metallo verniciata a polvere nero lucido.
La lounge chair LOÏE e il divano modulare TARGA allo stand della GTV
Altra novità è la lounge chair PROMENADE di Philippe Nigro che completa l’omonima collezione di divani presentata lo scorso anno di cui riprende i tratti.
Altro progetto i tavolini WIENER BOX di Cristian Mohaded. Proposta d’arredo dal registro progettuale rigoroso della leggera struttura in metallo con pannelli laterali in paglia di Vienna e cornici in legno come i piani laccati.
Sono disponibili in due versioni, la prima di forma cubica e la seconda rettangolare.
Infine, l’iconica e articolata (e sempre splendida) collezione TARGA, premio Elle Decor International del 2015, si arricchisce ulteriormente proponendo il nuovo divano modulare, anche in versione angolare.
⊗ dalla Thonet G.m.b.H.
- Sedia N.118 by Sebastian Herkner
La grande novità della tedesca Thonet G.m.b.H. è sicuramente la sua scelta di disertare il Salone del Mobile per concentrare la propria presenza al Fuorisalone.
In questo contesto, per il nuovo allestimento di alcuni spazi della sede di Archiproducts Milano, l’azienda propone il tubolare metallico abbinato al legno curvato.
La sedia cantilever S 64 di Marcel Breuer (copyright artistico Mart Stam) e il nuovo modello in legno curvato n.118 di Sebastian Herkner, arredano infatti una delle sale degli headquarters di via Tortona.
La sedia modello n. 118 della THONET G.m.b.H. al Fuorisalone 2018
Se la famosa Cesca rimane nell’immaginario collettivo uno degli oggetti iconici di design (le dedicheremo presto un post), la vera e unica novità è la seggiolina.
Minimalista ma di raffinata fattura, il modello n.118 progettato da Sebastian Herkner trae ispirazione dall’iconico modello n. 214 e dalla “Sedia di Francoforte”.
Disponibile con la seduta in canna d’India intrecciata o sagomata, in faggio naturale e nelle versioni laccate e mordenzate, la sedia ha un telaio formato da un unico pezzo curvato.
Una singolare particolarità è riscontrabile nelle gambe: la parte posteriore arrotondata si congiunge a quella anteriore, diritta, attraverso due angoli leggermente smussati, riprendendo così la forma a ferro di cavallo della seduta.
L’inclinazione dello schienale è perfettamente coordinata al sedile per garantire il massimo comfort.
⊗ dalla TON S.A.
- Lounge chair CHIPS by Lucie Koldová
- Tavolo CHOP by Michal Riabič
- Tavolo INK by Michal Riabič
- Set tavolini ANIX by Panos Vasiliou
- Divano a 2 posti DOWEL by Panos Vasiliou
- Sgabelli da bar LEAF by studio E-ggs Studio
- Sgabelli IRONICA BARSTOOL
Al Salone del Mobile 2018, la TON presenta 7 nuovi prodotti. Il più significativo è la poltrona lounge CHIPS, curvata a mano e completata da un poggiapiedi, la cui autrice è la designer Lucie Koldová. Hanno inoltre debuttato i tavoli CHOP e INK, i tavolini da salotto ANIX, il divano DOWEL, lo sgabello da bar LEAF con schienale e la variante da bar della sedia IRONICA.
La designer ceca Lucie Koldová è nota per il lavoro con il vetro e le lampade. La poltrona lounge CHIPS è il suo primo mobile da salotto e come prima volta, le è riuscita proprio bene.
La lounge chair CHIPS di TON
Le piace lavorare con i materiali traslucidi e in questo progetto, per l’elemento chiave ha usato uno schienale otticamente leggero ma volutamente sovradimensionato, in tessuto traforato incorniciato da legno curvato a mano.
Questo elemento, imponente ma allo stesso tempo arioso, si trasforma nella sua parte inferiore in una delle tre gambe.
Aspetto interessante del progetto è che la seduta è stata originariamente progettata come parte del progetto Das Haus, che TON ha poi deciso di produrre in serie. Esattamente come le imprese che a inizio ‘900 utilizzano il linguaggio del legno curvato a vapore per “tradurre” i capolavori dei grandi architetti in oggetti per tutti.
Altra nuova proposta, il tavolo CHOP. Attira l’attenzione per la transizione insolita tra piano e gamba attraverso un piccolo raggio e per i “flap” laterali, anche se la vera specialità è il piano. Il legno è incollato in senso trasversale e, questo da ritmo al prodotto.
Il tavolo CHOP di TON
Michal Riabič firma il progetto del tavolo da pranzo INK dove cerca e trova un buon equilibrio tra robustezza e sottigliezza delle strutture. I tavolini da salotto ANIX sono invece i primi del portafoglio prodotti TON a offrire uno spazio portaoggetti sotto il piano.
Lo studio LIME integra la linea DOWEL con un divano a 2 posti. Sempre interessanti gli sgabelli da bar, come la linea LEAF disegnata dalla firma italiana E-ggs Studio, sempre più profonda e variegata che sottolinea la vocazione della TON nel settore Ho-Re-Ca. dedicato ai luoghi pubblici.
Qui TON firma molti progetti e ancora una volta prosegue la vocazione del legno curvato che decolla e invade il modo proprio partendo dai famosi caffè Viennesi.
La linea LEAF disegnata dalla firma italiana E-ggs Studio
Altro aspetto che ci è piaciuto molto è la sottolineatura da parte dell’azienda che dietro a ogni prodotto ci sono almeno 23 persone che danno il loro contributo nella lavorazione del faggio curvato a vapore.
Un processo complesso, sintesi perfetta tra industria e artigianato, che la TON svolge con grande qualità. E nel prodotto finale si vede.
Il marchio ha presentato anche il nuovo catalogo per i prossimi due anni, proseguendo la collaborazione con Dušan Tománek, ispirato a elementi di steampunk. Il catalogo contiene anche una nuova palette di colori del legno e della tappezzeria, composta da una combinazione di tonalità terra e pastello.
Nel caso della tappezzeria, l’azienda ha inoltre cercato tessuti che contenessero almeno il 50% di materiale naturale, pur mantenendo i parametri tecnici necessari. Nell’offerta rimane anche la pelle dell’azienda Elmo, la più ecologica del settore.
Un’attenzione tutta green che rende onore a questa azienda che (forse si è capito) ci piace e ci convince sempre moltissimo.
⊗ dalla FAMEG
- Sedia e poltrona ARCH by Pawlak & Stawarski
- Tavolini CANDY by Pawlak & Stawarski
- Tavoli HEY by Pawlak & Stawarski
- Sedute HIPS by by Pawlak & Stawarski
- Sedia e poltrona LAVA by STROOG Andrzej Lęckoś
- Sedute PIP by BUCK.STUDIO
- Divano e poltrona POLAR by MUKA DESIGN LAB
- Poltrona RINO by MOWO STUDIO
- Serie da bambino NINO by Mowo Studio
Fondata sull’eredità di una delle fabbriche Thonet a Radomsko (come ha fatto la TON del resto) dagli anni ’50, l’azienda polacca propone una selezione che coniuga icone e novità. Lo stile scelto è simile alla TON anche nei codici scelti per le nuove proposte.
Molte le novità presentate al Salone, per lo più sedute. L’approccio è quello di partire da forme per lo più classiche, semplificandone e ripulendole nei dettagli per conferirne modernità
Sedute ARCH e tavolino HEY
Così è per le sedute ARCH, dove la base viene fresata digitalmente così da ottenere forme sottili non raggiungibili con i processi tradizionali di lavorazione del legno.
Lo schienale è in compensato lavorato con spessori diversi per dare movimento alla seduta. Anche questo, tipico della produzione di inizio ‘900 che ritroviamo in oggetti disegnati dai grandi designer/architetti del tempo.
Lo stesso approccio vale per i tavolini CANDY, dove la tradizionale curvatura del legno a vapore viene abbinata alla più avanzata tecnologia digitale.
Interessante la serie dei tavolini HEY dove tutte le 8 versioni partono da un unico stampo, poi declinabile in 3 o 4 gambe, di forma quadrangolare o circolare. Qui è la tecnologia della piegatura del compensato che viene sfruttata appieno e in modo sostenibile. E anche questo ci piace molto.
Pawlak & Stawarski proseguono questo percorso con le sedute HIPS, disponibili anche nelle versioni con seduta e/o schienale imbottito.
In tutte le proposte si sottolinea la loro vocazione per gli spazi pubblici quali bar e ristoranti. Questo vale ancora di più per la serie PIP. Forme più classiche per le sedute LAVA e per le altre proposte.
Avete notato i lampadari in legno curvato nello stand? A riprova che la linea curva non è solo sedute.
Altro elemento distintivo rispetto alle altre aziende, è infatti la proposta dedicata ai bambini. Un set di arredi in perfetto stile Thonet, pensati per loro e nel rispetto del loro spazio e delle loro esigenze.
Del resto le aziende del legno curvato hanno sempre proposto un catalogo ampio dedicato proprio a loro (ne parleremo a breve) e in questo FAMEG ritrova questo stesso spirito.
Cosa ci è piaciuto di più
Gli oggetti presentati sono molti, tutti coerenti con la visione del designer che lo ha immaginato e dell’azienda che ha trasformato con successo quel gesto creativo in un prodotto da portare al proprio mercato.
Chapeau a tutte perché il legno curvato è un’arte, a cavallo tra industria e artigianato, dove l’unico modo possibile per agire è attraverso costante impegno e tanta passione. Non sarà mai il linguaggio più economico e non lo può o vuole nemmeno essere ma la sua vocazione rimane comunque sempre quella di portare bellezza e qualità nelle case di tutti.
Perché stare al cospetto della bellezza, viverla nel proprio quotidiano fa stare meglio e ci rende tutti davvero un po’ più felici. Certamente ci vuole anche tanto coraggio, imprenditoriale ma anche creativo.
Ecco perché oggi vogliamo premiare lo spirito di una prima volta: quella della designer Lucie Koldová che ha creato il suo primo oggetto in legno curvato, con suggestioni che vanno oltre il mobile e la sua funzione d’uso.
A lei dedichiamo la copertina e che bello vederla in fabbrica, a toccare con mano la sua idea che diventa prodotto, come i grandi designer fanno. Un progetto che funziona ed emoziona.
Alla fine questo cerchiamo nella vita ed è ciò che ci tiene in vita, proprio come l’amore per la linea curva. E a voi, cosa è piaciuto di più? Vi aspettiamo nei commenti.
thiet ke nha dan dung
25 Agosto
i really like this your blog
Manuela Lombardi Borgia
25 Agosto
Thank you so much!
Alessandro
24 Settembre
Curvatura arte meravigliosa, ogni giorno si impara qualcosa di nuovo, curvo thonet da quasi 34 anni con metodo diverso dal tradizionale ,ma sempre manuale.
Distinti saluti
Alessandro
Udine