Make Me Look Beautiful, Madame D'Ora! - Legno Curvato
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Make Me Look Beautiful, Madame D’Ora!

Make Me Look Beautiful, Madame D’Ora!

Atelier D'Ora

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Coraggiosa, innovativa, fuori dagli schemi. Ma soprattutto cresciuta libera di andare oltre il conosciuto.

E così facendo, capace di accompagnare la nuova arte della fotografia oltre la soglia della modernità.

Ma ancora di più, donna. La prima a frequentare corsi universitari a Vienna. La prima ad aprire uno studio professionale con il suo nome: Madame D’Ora.

Il nome d’arte che si sceglie con quell’allure un po’ francese che tanto piace a quel tempo. Quel tocco in più in una Vienna cosmopolita e centro del mondo che possiede la magia del prendere spunto dalla Parigi della Belle Epoque e trasformarlo in un capolavoro.

Come è riuscita a fare lei, del resto, quando inizia a fotografare l’emancipazione femminile traducendo il suo coraggio e la sua spregiudicatezza in innovazione.

I suoi scatti personalissimi, dinamici e di una modernità travolgente sono capaci di rendere bello qualsiasi soggetto. E questo suo talento le apre subito le porte di un successo planetario.

 

Madame d'Ora

ATELIER D’ORA | Helene Jamrich with a hat from Zwieback, designed by Rudolf Krieser | 1909 © Photoinstitut Bonartes, Vienna | Photo: Photoinstitut Bonartes, Vienna

Madame d'Ora

Madame d’Ora, Anna Pawlowa, 1913, gelatin silver print, 22,4 x 16,7 cm, © Nachlass d’Ora/Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg

Artista della Secessione Viennese

“MAKE ME LOOK BEAUTIFUL, MADAME D’ORA!” è la mostra che il Leopold Museum di Vienna dedica a Dora Philippine Kallmus, in arte Madame D’Ora.

Dal 13 luglio fino al 29 ottobre sono esposte più di 330 fotografie. Raccontano i 35 anni del percorso straordinario dell’artista che attraverso i suoi ritratti ha documentato lo stile e la bellezza di un’epoca specialissima.

E si può dire che qui giochi in casa. Nasce infatti a Vienna nel 1881, da una rispettabile famiglia di avvocati ebrei.

Nonostante nella capitale dell’Impero Austro-Ungarico le avanguardie siano lasciate libere di esprimersi e trovino spazio in ogni disciplina e forma d’arte, per le donne la vita è tutt’altro che semplice.

 

Madame d'Ora

ATELIER D’ORA | Helene Jamrich with a hat from Zwieback, designed by Rudolf Krieser | 1909 © Photoinstitut Bonartes, Vienna | Photo: Photoinstitut Bonartes, Vienna

La fatica di essere donna

A cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, le figure femminili emergenti nel panorama mondano, culturale e politico sono molte. Una fra tutte la nostra amata Bertha Zuckerkandl nel cui salotto sono passate tutte le più importanti figure del tempo. O la famosa Alma Mahler.

Ma guarda caso, entrambe (come molte altre) vengono ricordate perché mogli o figlie di personaggi importanti o famosi.

Bertha per esempio ha sposato Emil Zuckerkandl, anatomista e scienziato rinomato e apprezzato. Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra di fama mondiale, è invece primo marito nella vita affettivamente tumultuosa della bella Alma.

E nonostante lei sposi poi altri personaggi popolari quali Walter Gropius (fondatore del Bauhaus) e lo scrittore Franz Werfel, manterrà sempre il cognome di primo letto. Il più famoso, appunto.

 

Madame D'Ora

ATELIER D’ORA | Self-portrait of the photographer d’Ora | 1929 © ullstein bild collection | Photo: Madame d’Ora – ullstein bild collection

Dora Kallmus, in arte Madame d’Ora

Con la fotografia, volevo immergermi in un mondo che mi facesse credere di poter sembrare che fosse mio. (Madame D’Ora, 1942 ca.)

Dora Kallmus invece è diversa perché è una delle poche donne del tempo ad avere avuto successo internazionale senza vivere di alcuna luce riflessa se non della propria. E ad avere messo il suo coraggio e la sua visione al servizio del proprio talento, trasformando la propria fotografia in un’opera d’arte.

E c’è un’altra importante lezione che Madame d’Ora ci lascia: il talento non è nulla se non è supportato da competenze robuste, specifiche, anche tecniche di alto livello.

Nel 1905 Dora frequenta infatti i corsi di teoria della Graphische Lehr-und Versuchsanstalt (Graphic Training Institute) di Vienna. La prima donna a essere ammessa. Qui impara anche di grafica e di questo farà tesoro nel suo lavoro.

In quello stesso anno diventa membro della Società Fotografica di Vienna. Si forma presso lo studio di Nicola Perscheid a Berlino, conosce il suo assistente Arthur Benda e rientrata a Vienna, lo convince ad aprire uno studio fotografico insieme: lo studio Benda-D’Ora. La prima donna ad avere uno studio intestato a suo nome.

 

Madame d'Ora

MADAME D’ORA (DORA PHILIPPINE KALLMUS), Swimsuit Wiener Werkstätte, 1917 (later copy) © Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg | Photo: Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg

Madame d'Ora per la WW

MADAME D’ORA, Fashion designer Emilie Flöge wearing a dress with Kolo-Moser-Motifs, 1908, gelatin silver print, 29,6 x 22 cm, © Nachlass d’Ora/Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg

La fotografa della Wiener Werkstätte

A Vienna il suo legame con i movimenti secessionisti e i nuovi codici stilistici del tempo è inevitabile.

Nel 1907 Eduard Josef Wimmer-Wisgrill fonda il reparto moda della Wiener Werkstätte di Josef Hoffmann e Koloman Moser. Sfida Parigi e vince quando Paul Poiret, il primo creatore di moda in senso moderno, affascinato dalle geometrie e dall’originalità dei motivi dei tessuti, ne compra in grandi quantità per le sue creazioni. E anche a Parigi il successo è straordinario.

Dora viene ingaggiata da Wimmer come fotografa per mettere in scena i modelli delle collezioni. Le riviste di moda iniziano a diffondersi e con esse anche le pubblicità e questo alimenta la sua fama.

Nel 1921 apre un altro studio a Karslbad ma la consacrazione del suo successo avviene quando una prestigiosa rivista parigina L’Officiel de la Couture le offre una collaborazione. Dora si trasferisce a Parigi e nel 1924 apre un nuovo studio.

 

Madame d'Ora

ATELIER D’ORA | Elsie Altmann-Loos | 1922 © Photoarchiv Setzer-Tschiedel/IMAGNO/picturedesk.com | Photo: Photoarchiv Setzer-Tschiedel/IMAGNO/picturedesk.com

Ritratti d’autore

La massima espressione del suo talento artistico è sicuramente nel ritratto. Nella fotografia l’espressione artistica più intima e potente, che abbiamo già avuto modo di esplorare attraverso il progetto La Thonet delle Eumenidi di Vittorio Graziano.

È qui che Dora lascia il suo più significativo segno innovatore. Il primo è di Gustav Klimt nel 1907, quelli di Pablo Picasso e Jean Cocteau gli ultimi prima di ritirarsi nel 1957. Anche Alma Mahler e Grete Wiesenthal, Alban Berg e Arthur Schnitzler passano nel suo studio.

È però a Parigi che da il meglio di sé. Tra i molti artisti, ballerini, attori e scrittori ritrae Josephine Baker, Tamara de Lempicka, Alban Berg, Niddy Impekoven, Maurice Chevalier, Colette.

Qui le sue modelle sono decisamente più anticonformiste e sfrontate delle aristocratiche viennesi. Madame D’Ora punta dunque su uno stile fotografico che fa largo uso dei contrasti luminosi, per esaltare pose decisamente sensuali. Non si fa problemi nel rappresentare il nudo quando gli altri lo escludono a priori.

Si dimostra avveniristica anche nella tecnica. All’epoca il ritratto aveva delle regole ben precise. Ma lei ha studiato grafica e fotografia e inizia quindi a ritrarre i soggetti in pose diverse, più naturali, più vicine all’osservatore.

Sono fotografie che affascinano per la loro stravaganza sempre elegante e per una dinamicità fino a quel momento impensabile, resa possibile anche per l’utilizzo della macchina fotografica a mano invece che montata sul cavalletto.

 

Madame d'Ora

ATELIER D’ORA | Tamara de Lempicka with a hat of Rose Descat | 1933 © Private collection, Vienna | Photo: Photoinstitut Bonartes, Vienna

Madame d'Ora

ATELIER D’ORA | Josephine Baker | 1928 © Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg | Photo: Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg

Una nuova tecnica fotografica

Questo non è un dettaglio da poco. Dobbiamo pensare che le prime macchine fotografiche erano a cassetta, pesanti e ingombranti. Utilizzavano lastre con supporto vetroso e bassa sensibilità luminosa che presuppongono tempi lunghi di esposizione.

Sarebbe stato impossibile utilizzarle a mano libera. Solo con l’avvento delle fotocamere più leggere e l’introduzione di pellicole ben più sensibili è stato possibile utilizzare manualmente tali macchine. Anche in questo Madame d’Ora è stata avveniristica e sorprendente.

In fondo, il nostro limite è sempre ben al di là delle nostre paure. E di questa verità lei ne ha fatto il motore di tutta la sua vita.

 

Madame d'Ora

MADAME D’ORA, Dolly Sisters, 1928, gelatin silver print, 17 x 19,7 cm © Nachlass d’Ora/Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg

Un epilogo che non le rende giustizia

Ma Dora è ebrea. Nel 1940 i nazisti invadono la Francia, si sente in pericolo e vende il suo studio di Parigi. Poi si nasconde in un convento nel sud della Francia e successivamente in una fattoria.

Al termine della guerra, nel 1946, riapre a Parigi e riparte con un lavoro sulle condizioni dei campi profughi dell’Austria e poi, all’età di 75 anni, con un lavoro sulla brutalità dei macelli di Parigi.
Nel 1959, investita da una moto, perde la memoria. Si ritira in Austria dove muore nel 1963.

Oggi molto di lei è stato dimenticato. Un po’ perché quando riprende a fotografare i tempi e gli stili erano cambiati, il neorealismo stava avanzando. Ma soprattutto per la sua inattività proprio nel periodo di massima diffusione della cultura fotografica nel mondo.

Un destino segnato ma per fortuna rimangono le sue fotografie e il suo stile inconfondibile che ha permesso di far nascere un nuovo approccio al corpo femminile da parte delle donne stesse.

Un contributo importante al rafforzamento della coscienza femminista europea. E io non vedo l’ora di andare a vederla. E voi ci siete già andati? Vi aspettiamo nei commenti.

 

Madame d'Ora

ATELIER D’ORA | Pablo Picasso | 1955 © Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg | Photo: Nachlass Madame d’Ora, Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg

 

MAKE ME LOOK BEAUTIFUL, MADAME D’ORA!

Leopold Museum – Quartiere dei Musei, Vienna
Museumsplatz 1, 1070 Wien | U2 MuseumsQuartier | U3 Volkstheater
Aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00 (il giovedì fino alle ore 21.00) tranne il martedì (chiuso)

www.leopoldmuseum.org

 


Appassionata di impresa e di interior design, sono innovation consultant e startup mentor, oggi anche un po' blogger. Aiuto imprenditori, manager e professionisti a trasformare un'idea in un progetto di business, utilizzando l’approccio della Lean Startup e una solida visione strategica. Mi occupo di pianificazione, marketing, comunicazione, supporto e sviluppo canali di vendita. Ho pubblicato il libro Società Antonio Volpe con Giovanni Renzi e sono #bellezzadelegnocurvatodipendente.

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