Introduzione al manuale sulla paglia di Vienna di Carlo Gardini - Legno Curvato
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Introduzione al manuale sulla paglia di Vienna di Carlo Gardini

Thonet impagliatrici del legno curvato

Fresco di stampa, ha pochi giorni di vita ed è già richiestissimo. Una delle preziose novità della nostra Mostra è il libro “Paglia di Vienna” che l’amico e collaboratore Carlo Gardini ci ha portato da Bologna.

Un manuale che mancava, che ci aiuta a comprendere i passaggi chiave per una buona impagliatura, accompagnando il lettore in intrecci sempre più difficili. In più, ci rende partecipe dei vari accorgimenti che possono rendere più veloce la lavorazione, imparati sul campo di una lunga, appassionata esperienza.

Ho accettato con grande piacere di scrivere l’introduzione a questo libro che un amante del legno curvato non può non avere nella propria libreria.

Grazie Carlo per averci dato questa opportunità, perché è sempre la passione a rendere il mondo migliore e solo guardare i tuoi occhi mentre parlano del tuo lavoro, ci rende tutti un po’ più felici.

Nel temporary shop della mostra, il libro è disponibile, in anteprima per voi.

Libro: Paglia di Vienna

Introduzione all’arte della paglia

È nella seconda metà dell’800 che, in tutta Europa, si incomincia a parlare di “paglia di Vienna”. Le sedie in legno curvato a vapore con il sedile impagliato avevano invaso prima i caffè di Vienna, poi ogni angolo pubblico e privato della società borghese.

Gli ambienti pubblici viennesi si rivelano come una cassa di risonanza incredibile per le produzioni della Gebrüder Thonet. In sé la sedia in stile Thonet possiede una caratteristica fondamentale del mobile moderno seriale: quella di essere svincolato da un luogo, da una committenza o da un posizionamento spaziale specifico e preciso nell’ambito dell’arredamento.

Una democrazia del consumo, tipica dei tempi moderni.

Ma è proprio grazie ai famosi caffè viennesi che la sedia Thonet inizia a essere denominata come sedia di Vienna, sedia alla viennese o sedia con la paglia di Vienna.

 

Vienna Café in stile Thonet

Sedie in stile Thonet “Im Café Griensteidl” Quadro di Reinhold Völkel (1896), fonte: Stadtchronik Wien

In realtà, come leggerete in questo manuale, la paglia non viene da Vienna e nemmeno dai suoi sobborghi dove la pianta da cui deriva questo materiale non potrebbe sopravvivere.

In Austria arriva via mare, al porto di Trieste, e da lì parte verso le fabbriche che Michael Thonet e i suoi cinque figli hanno costruito nell’Impero Austro-Ungarico.

Stessa strada che deve percorrere la paglia per le oltre 60 aziende che, al rilascio del brevetto di costruzione nel 1869, sorgono in tutto l’impero.

Nel 1879 due italiani, Giacomo Massa e Giacomo Canepa, visitano la fabbrica Thonet a Bystrice pod Hostynem, allora in Moravia, con l’intento di carpire i segreti di una produzione, quella della seggiola di Vienna, che portava lauti guadagni alle aziende austriache e che la Società Anonima di Chiavari vorrebbe introdurre per sostituire – o affiancare – la chiavarina, oggetto di un mercato in declino.

I due, nella loro relazione al ritorno dal viaggio in Moravia, fanno anche alcune considerazioni sull’impagliatura delle sedie Thonet, dopo aver spiegato le varie fasi della curvatura:
sono le donne o le ragazze che sono impiegate nella tessitura dei sedili, il materiale per la tessitura è la canna d’India, la tessitura e il materiale incidono per circa 1/3 sui costi della sedia finita.

 

Thonet impagliatrici

Queste tre notizie provenienti dall’Austria ci vengono confermate dai documenti ritrovati sulla Società Antonio Volpe di Udine, l’azienda italiana che raggiunge il più alto livello di produzione (come numero e qualità) di mobili in legno curvato.

Anche qui sono le donne o le ragazze a essere impiegate in fabbrica o al proprio domicilio per l’impagliatura. Il materiale è ancora la canna d’India, anche se, per alcuni anni, tentarono di affiancare il cartoccio del granoturco per finire le sedute e il costo finale della tessitura è ancora molto incidente.

Nella fabbrica friulana sono un centinaio le donne che lavorano a casa, impagliando. Il totale degli operai e delle operaie impiegate nei locali di Via Grazzano sono 250 di cui 78 impiegate sempre per l’impagliatura.

In un articolo del 1903 possiamo anche vedere il locale destinato a questa operazione. Una ventina di donne sono disposte su due file davanti ai telai con fasci di paglia che scendono dall’alto. Una percentuale importante, dunque, quella delle donne lavoratrici.

Tanto importante che nel febbraio del 1908, 50 impagliatrici iniziano uno sciopero per i salari che vengono corrisposti. Dai giornali locali si scopre che questa lavorazione viene pagata a cottimo con un compenso di 25 centesimi a sedile.

 

Thonet impagliatrici

Così le più abili riescono a impagliarne 4 o 5, “persino 6 al giorno” , mentre le apprendiste e quelle meno brave ne completano solo un paio. Così i salari settimanali variano da un massimo di 8 o 9 Lire alla settimana a un minimo di 4,5 Lire.

Lo sciopero termina al rientro di GiovanBattista Volpe, allora a capo dell’azienda, qualche giorno più tardi, con la soddisfazione in parte di quanto richiesto.

Che il lavoro dell’impagliatura fosse considerato “a cottimo” ne abbiamo conferme anche dai regolamenti interni delle fabbriche Thonet dove la quantità di paglia affidata a ogni singola operaia obbliga un certo numero di sedili finiti con possibilità dell’azienda di trattenere dal compenso il costo del materiale sprecato in più.

Un lavoro quindi non impegnativo fisicamente, che può essere affidato alle donne, che ricordiamo, hanno di partenza uno stipendio minore rispetto agli uomini. Un lavoro però lungo, di abilità manuale e anche di pazienza.

Il lavoro domestico semplifica uno dei grandi problemi delle fabbriche di legno curvato della seconda metà dell’Ottocento: il turnover degli operai.

Sono molte le persone che abbandonano spesso e volentieri la fabbrica per le incombenze della campagna o per i problemi delle varie stagioni. Il lavoro a domicilio, assegnato alle donne della famiglia dello stesso operaio, induce una maggiore fidelizzazione, una sicurezza dei prodotti finiti e un minor abbandono della forza lavoro in fabbrica.

 

Thonet paglia di Vienna

I sedili finiti e il materiale necessario alla lavorazione a domicilio viene trasportato nelle case dai bambini o dai ragazzi, impiegati anche loro a stipendi ancora più bassi di quelli delle donne.

L’importanza dell’impagliatore diminuisce con la moda delle tavolette in compensato stampato e con l’uso dei nuovi mobili moderni che prevedevano l’imbottitura in luogo della “paglia di Vienna”. Operazione che però veniva effettuata solo in fabbrica con una importante diminuzione del lavoro a domicilio.

La figura dell’impagliatore diventa progressivamente un ruolo da ambulante, spesso come lavoro stagionale o come secondo lavoro. L’opinione comune quindi tende ad assegnare a questa lavorazione una importanza relativa, sminuendo la lavorazione con l’equazione lavoro a basso costo = poca professionalità.

La realtà invece è ben diversa! Le lavorazioni di impagliatura non sono tutte uguali e una cattiva lavorazione può portare dei danni alla seduta, compromettendone il valore venale e storico. Sono molteplici a seconda del tipo di seduta che comporta una specializzazione di elevata professionalità.

Una chiavarina comporta una lavorazione diversa che una sedia Thonet. Ma c’è anche un tema di epoca: una Thonet del 1850 è diversa da una Thonet del 1900, a seconda del materiale utilizzato e delle diverse sezioni e grandezze.

Ben venga dunque un manuale che ci ricordi la tradizione di questa lavorazione, tramandata per lo più oralmente da decenni, che porti una evoluzione nella lavorazione e negli attrezzi da utilizzare e che soprattutto mantenga viva l’importanza di una lavorazione di alto artigianato.

Un mestiere che è arte, un patrimonio prezioso di tutti, da custodire con amore.


Ho comprato la mia prima sedia Thonet a vent’anni e oggi sono uno dei massimi esperti al mondo di legno curvato, lo stile viennese nell’arredo. Nato architetto, mi occupo di consulenza e formazione sulla storia Thonet, di expertise e curatele per vari musei europei. Sono autore di vari libri sul legno curvato, l'ultimo sulla Società Antonio Volpe, ma anche liberty e art deco. La ricerca storica è la mia grande passione.

RELATED POST

  1. Ciao. É certamente un libro magnifico e dobbiamo congratularci con l’autore. Sono anche felice di vedere nel blog le fotografie degli operai della fabbrica Ventura Feliu di Valencia. Sono molto belli. Saluti da Barcelona.

  2. Emilio Gasparini

    19 Aprile

    Giacomo Canepa e Giacomo Massa ci raccontano che due terzi dei lavoranti della fabbrica visitata in Moravia erano donne e fanciulle. Compiuti i 14 anni con l attestato di frequenza e aver superato l esame delle scuole del paese.( ” i signori Thonet le preferiscono agli uomini e se ne trovano assai piu’ contenti”). Al secondo e al terzo piano dello stabilimento eseguivano lavori di raspa,carteggiatura, lucidatura ,tessitura dei sedili,imballo ed altre lavorazioni. Non venivano pagate a giornata ma” a seconda del lavoro che fanno” e comunque guadagnavano la meta’ circa degli uomini. Il sistema “savio e prudente che abitua gli operai al risparmio”consisteva in una specie di partita di giro: le operaie si pagavano la canna d india e ricevevano il netto del cottimo pattuito. Le tessitrici della ditta Volpe scioperarono giustamente ma se pensiamo che l’unica figura indispensabile per la produzione della Thonet ( tessuta a mano) e della sedia di Chiavari e’ la donna che tesse il sedile , dovremmo fare qualche riflessione sul fatto che esiste una normativa precisa dal 1972 sul lavoro a domicilio. Quanto viene rispettata? Mi scuso ma ho grandi problemi nell uso del computer.Vi ringrazio vivamente per l ospitalita.

    • Giovanni Renzi

      20 Aprile

      Emilio, una storia bellissima! grazie per averla condivisa con noi. Come è arrivato a conoscere queste notizie?

  3. Emilio Gasparini

    20 Aprile

    Nella biblioteca della Societa Economica di Chiavari c ‘ e’ la relazione autografa del viaggio di Giacomo Massa e Giacomo Canepa in Moravia nel settembre 1879. Nella primavera successiva fecero le prove di piegatura con diverse essenze con la presenza nella commissione di Henry deThierry comproprietario e direttore della Societa che aveva acquistato la maggiore parte della foresta del monte Penna .De Thierry s ‘era pagato di tasca propria la costruzione della strada da Santa Maria del Taro a Borgonovo ligure e aveva interessi precisi come fornitore di legname e semilavorati . Sfruttava con potenti turbine la condotta d ‘acqua forzata costruita appositamente e per molti anni forni’ semilavorati torniti ,spalliere , e molto altro a tutti i produttori di sedie di Chiavari. Nel luglio del 1880 all esposizione annuale furono presentati campioni di sedie curvate .La Societa’ Economica scrisse uno statuto per la costituzione di Societa’ anonima per la fabbricazione di mobili col legno curvato al vapore.Nel maggio del 1882 stabiliva un premio di lire 12.000 per promuovere a Chiavari l impianto d’ una fabbrica di mobili in legno curvato. Nell agosto del 1884 la SEC invio’ 6 operai alla Mostra di Torino , spedi’ campioni dei modelli eseguiti che furono collocati nel Museo presso il Ministero, rivendico’ al Comitato Esecutivo della mostra di Torino il vanto d aver introdotto in Italia (a spese della SEC stessa) la prima fabbrica delle sedie uso Vienna presso l officina dei fratelli Canepa in Chiavari.
    Resta un bella ricerca il mistero della fabbrica Giacomo Canepa e c. a Vischeto di Bardi gia’ nel 1881 nel bellissimo racconto dell architetto Manuela Lombardi. Vi ringrazio vivamente Emilio Chiavari ge

    • Manuela Lombardi Borgia

      21 Aprile

      Grazie a lei Emilio! In effetti abbiamo tutti i documenti da lei citati (in copia ovviamente) e ce li siamo goduti alla grande. Uno spaccato di storia imprenditoriale da custodire e conoscere con cura.

  4. Laura Correale Santa Croce

    15 Novembre

    Buongiorno, sto cercando questo libro da mesi ma non riesco a trovarlo, anche on line non è mai disponibile. Sa dove posso reperirne una copia?

    Grazie mille

    • Giovanni Renzi

      20 Novembre

      Buongiorno Laura, scriva pure direttamente a Carlo. Lui saprà indirizzarla al meglio. Ecco la sua mail: gardinbo@gmail.com

  5. piero

    1 Febbraio

    vorrei acquistare una copia del libro, e non riesco a trovarla, gradirei conoscere dove si può reperire in tempi brevi.
    ringrazio

    • Manuela Lombardi Borgia

      1 Febbraio

      Buongiorno Piero, scriva direttamente a Carlo Gardini, l’autore. Le potrà dare tutte i riferimenti che chiede. Ecco la mail: gardinbo@gmail.com

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