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Scrivere di Kammerer non è facile. Non ci sono monografie sulla sua opera se non una che racconta del lavoro di tre architetti della Scuola di Otto Wagner: Emil Hoppe, Otto Schöntal e, appunto Marcel Kammerer.
E questa pubblicazione è più incentrata sulla architettura dei tre allievi di Otto Wagner che su altre arti, quale quella riferita all’arredo.
Invece parlarne è fondamentale perché all’inizio del ‘900 Marcel Kammerer sta alla Gebrüder Thonet come Josef Hoffmann sta alla Jacob & Josef Kohn.
Una figura di riferimento dal carattere distintivo e unico che ha segnato la nascita del mobile moderno e ora proviamo a raccontarvelo.
Uno studente pluri-premiato
Kammerer nasce a Vienna nel 1878. Dopo avere ricevuto il premio Hansen, al secondo anno di Accademia vince il premio triennale Rosenbaum e nello stesso anno (1900) alcuni suoi disegni appaiono nel primo numero di Das Interieur.
L’anno successivo vince un altro prestigioso premio a cui partecipano gli allievi dell’Accademia, lo Schwedenwein Stipendium. Il premio, riservato ai soli studenti viennesi o praghesi, di nazionalità tedesca, precluso agli studenti di orgine slava e agli ungheresi, rappresenta la borsa di studio più ricca dell’Accademia. Certamente, non la più ambita. Il contraltare pan-germanico del premio Roma.
Entrato nello studio di Otto Wagner partecipa attivamente ai progetti per la Postparkasse e per gli uffici dei telegrammi del giornale Die Zeit. Ma Kammerer è molto più di questo.
La XXIII Mostra della Secessione
Tra il marzo e il maggio del 1905 arreda la sala d’aspetto della XXIII Mostra della Secessione nell’ingresso della Palazzo della Secessione di Olbrich.
Non esistono foto di questa stanza e del suo arredo ma è molto probabile che i mobili di cui vi proponiamo le foto siano quelli utilizzati in questo progetto.
Marcel Kammerer per Gebrüder Thonet – rivista Das Interieur 1905
Si tratta di poltrone, tavolino, divano e attaccapanni da muro. L’acciaio non è solo presente nei puntali ma decora e riempie i vuoti tra il legno curvato, ora con piccole rondelle, ora con bacchette accoppiate a due a due. Credo che l’arredo sia proprio quello ammirato nella casa della Secessione .
Nello stesso anno in cui vengono pubblicati su Das Interieur, sul numero di ottobre del Zentral Anzeiger (organo interno della Gebrüder Thonet) appare il geniale tavolino con la stessa struttura a U ma in versione semplificata. Vengono rimosse molte delle parti in alluminio e le rimanenti in parte sostituite con il meno costoso ottone. Di questo oggetto avremo modo di parlare specificatamente nel prossimo Bentwood Chronicle.
L’attribuzione a Marcel Kammerer è certa, una rarità nel mondo del legno curvato a vapore.
Lo vediamo nel Das Interieur già citato ma anche per The Studio che, descrivendo la sala del Ver Sacrum, racconta che l’arredo in legno curvato è stato disegnato da Kammerer e prodotto dalla Gebrüder Thonet.
Che i mobili siano stati fabbricati per un’evento particolare è confermato dal fatto che tutti gli oggetti hanno una targhetta in alluminio con la firma della Gebrüder Thonet.
È l’inizio di una collaborazione con la Gebrüder Thonet che durerà diversi anni. Kammerer non solo disegnerà altri oggetti fuori catalogo, come per la Mostra Imperiale di Londra del 1906, ma anche diversi oggetti entrati stabilmente nel catalogo Thonet come poltrone imbottite, poltroncine, fioriere, portavasi, sedie etc. etc.
Ancora nel 1906 The Studio scriverà di lui:
“Marcel Kammerer … who has studied under professor Otto Wagner, at the Imperial School of Architecture, and has already gained prizes in various competitions. He is now devoting much time to the solving of the problem of how to make modern and at the same time artistic furniture of bentwood, and has been to a certain extent successful”.
Ma avremo tempo di vedere specificatamente la sua produzione per Thonet o almeno quella più significativa.
Quadri, non progetti
Che Kammerer sia una figura di rilievo, e fuori dagli schemi, lo si nota ancora nel 1908 alla Kunstschau viennese, organizzata da Josef Hoffmann, dove partecipa e arreda una sala con poltrone della Jacob & Josef Kohn e presenta dei nuovi tipi di mosaici.
La collaborazione con la Thonet non lo faceva, dunque, sentire vincolato nella proposta degli arredi per i propri progetti. Sapeva scegliere il meglio e il più adatto al caso specifico.
In quell’anno inizia una polemica sul modo ormai artistico/pittorico di pensare all’architettura. I progetti erano quadri, molto lontani da quello che realmente si sarebbe potuto costruire. Un’arte in cui lui stesso era stato uno dei migliori ai tempi della scuola di Otto Wagner.
Kammerer vorrebbe un ritorno ai principi più veri, tecnici e strutturali dell’architettura.
Facciamo concorrenza ai pittori.
Così osserva, quasi con fastidio. Un modo di vedere l’architettura molto vicino a quella di Adolf Loos. Infatti l’anno dopo lo stesso Loos sostiene la sua tesi, dichiarando che gli architetti hanno essi stessi degradato l’architettura a livello dell’arte grafica. Ormai i progetti vengono scelti in base al maggiore virtuosismo grafico e non sulla base delle competenze costruttive.
Pittore di talento
Ancora qualche anno più tardi completa il suo progetto per l’Hotel Wisler a Graz, disegnando una nuova serie per Thonet (il modello n. 414). Ancora qualche anno dopo (1913) per lo stadio del Trotto utilizza sia la classica sedia Thonet da giardino che la sua poltroncina modello n. 6517.
Il mobilio del 1905 e del 1906 rimangono però pezzi praticamente unici e non saranno mai presenti in alcun catalogo Thonet.
Negli anni successivi non abbiamo trovato documentazione di suoi progetti di interni mentre la documentazione di progetti architettonici è ancora rilevante. Morirà nel 1969 in Canada dove era emigrato a seguito della fine della guerra e delle sue simpatie naziste.
Gli ultimi anni furono dedicati esclusivamente alla pittura, sottolineando ancora una volta il suo eccletismo e forse il suo vero talento.
E voi, conoscevate questi arredi? Se vi fa piacere, provate a raccontarcelo.
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