Cosa hanno in comune il design e l’arte? Moltissimo e questo molto sta nella radice, nell’intento. Fermare il tempo, rappresentare il presente in quanto espressione di un modo di vivere, di pensare, di agire nel mondo.
Creatività che prova a raccontare la vita, ascoltando e facendo proprio il contesto politico, sociale e culturale in cui è immersa, ispirandosi e provando a dare risposte. Funzionali, nel caso del design, estetiche nel caso dell’arte. Comunque sia, emozionanti.
Un viaggio tra arte e design
Domitilla Dardi, curatrice di Object, una delle sei sezioni di Miart 2017, fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, sostiene che:
L’art design non è alto artigianato. E produrre pezzi unici o in edizione limitata non è sconfessare il progetto. Ma al contrario riscoprire il valore della sperimentazione.
Miart è una fiera che ha davvero tanto da raccontare a tutti, non solo agli addetti del settore o agli appassionati che conoscono bene la materia. Parla anche a chi, come noi, non possiede tutti i codici e gli strumenti per interpretare e comprendere totalmente il messaggio che sottende ad ogni opera di arte contemporanea ma sa emozionarsi.
Per questo non occorre competenza ma solo il desiderio di accogliere con gioia le sensazioni di armonia e di pace che solo la bellezza sa infondere, qualsiasi forma essa abbia.
Anteprima di avanguardie
Ieri siamo stati all’inaugurazione del Miart, a Fieramilanocity. La manifestazione milanese ha come obiettivo quello di creare un dialogo tra arte moderna, contemporanea e, appunto, design. Valorizzando chi una storia già ce l’ha e dando contemporaneamente spazio ad artisti emergenti che hanno l’ambizione di trovare un proprio posizionamento.
C’era moltissima gente e nonostante il caldo africano, è stato piacevolissimo muoversi tra gli stand allestiti come piccole gallerie, respirando energia positiva ed euforia.
Abbiamo incrociato anche il sindaco Giuseppe Sala ma soprattutto persone come noi, curiose e piacevolmente colpite dall’atmosfera e da una varietà di cose belle, opere ed installazioni.
Vapore by Giacomo Moor
Siamo stati invitati dalla Galleria Luisa delle Piane che nel suo Stand O15 ha presentato una nuova proposta, Vapore di Giacomo Moor, affiancando il tavolo ad una serie di opere attribuite a Josef Hoffmann.
Il tavolo sorprende. Molto più bello dal vivo che in fotografia, è realizzato con una struttura in legno curvato di faggio. Presenta al centro un ribassamento con un piano in cristallo mentre per la parte a corona è stato utilizzata sempre l’essenza di faggio.
Alla domanda sul perché della decisione di realizzare un’opera con questo linguaggio antico, il giovane e appassionato Moor ci ha raccontato che, proprio perché non lo conosceva, ci si è avvicinato e se ne è subito innamorato.
All’inizio pensava di dover inserire delle parti in ferro per reggere la struttura (la dimensione è importante) ma poi ha scoperto che il legno curvo è di una robustezza e solidità incredibile. Il risultato è un oggetto elegante, minimalista e originale. Davvero una sorpresa.
E dobbiamo dire che a fianco a uno scrittoio con poltroncina, una étagère, delle poltroncine Fledermaus e una splendida toeletta, prodotte dalla Jacob & Josef Kohn, ci sta proprio bene.
Tracce di arte e legno curvato
Girando la fiera, abbiamo trovato altri due punti di contatto con il legno curvato interessanti e particolari.
Allo Stand B40, lo Studio Marconi ’65 presenta una selezione di sculture e collages di Louise Nevelson, realizzati tra il 1976 e il 1985.
Nata a Kiev nel 1899, figura emblematica del ‘900, realizza sculture con materiale di recupero, rigorosamente monocrome, ricoperte di pittura spesso nera. In una scultura delle dimensioni di una porta, si delinea la figura di una sedia di legno curvato.
E poi allo Stand B37-C38 di Robilant + Voena, un quadro bellissimo di Emilio Tadini, Archeologia con De Chirico del 1872, con una B9 rossa, la poltroncina grande passione di Le Corbusier. Lo potete vedere riprodotto nell’immagine di copertina, in mezzo ad altre opere esposte sempre allo stand della galleria.
È stato un tuffo al cuore e, sì, anche una grande soddisfazione.
Una passione condivisa da molti
In fondo, se siamo così appassionati di legno curvato è perché troviamo in questo linguaggio un sentimento speciale e siamo in molti a ritrovarlo.
Questo riconoscerci in una manifestazione così bella ci ha fatto davvero piacere e ci ha convinti oltremodo della nostra idea e della ragione di questo blog.
E per chiudere una serata ricca di spunti di ispirazione, non poteva mancare il passaggio dovuto al book shop. Abbiamo comprato due libri:
⊕ Chairs, a cura di Charlotte e Peter Fiell, edito da Goodmann Fiell
Con la loro selezione di 1.000 capolavori del design moderno dal 1800 ad oggi. Tra le foto è ritratto il dondolo 267, detto dondolo a uovo (egg rockingchair), per anni attribuito a Josef Hoffmann ma in verità capolavoro della Società Antonio Volpe da Udine.
⊕ Pablo Reinoso, edito da 5 Continents
La prima monografia importante dedicata all’opera di artista e designer franco-argentino che dal legno curvato ha tratto ispirazione per innumerevoli capolavori.
Enjoy your Miart
Avremo modo di parlarne più avanti. Nel frattempo, se potete, godetevi Miart. Eccovi alcune indicazioni per programmare la vostra visita.
Fieramilanocity – Padiglione 3, Gate 5, dal 31 marzo al 2 aprile
sabato dalle 12 alle 19; domenica dalle 11 alle 19
Biglietto intero: 15 euro
Biglietto ridotto (14 – 17 anni e studenti universitari): 10 euro
Ridotto baby (studenti di Belle Arti e di corsi di laurea in storia dell’arte): 1 euro
Al rientro provate a raccontarci la vostra esperienza nei commenti. Se poi doveste trovare qualche traccia di legno curvo che ci è sfuggito, ditecelo assolutamente. Ci farebbe oltremodo piacere.
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