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Nelle vene di questo gioiello, incastonato tra il Vesuvio e il mare, scorre sangue in stile Viennese.
Nella città campana erano molti i negozi delle maggiori aziende produttrici di mobili in legno curvato.
Ma quello che forse non sapete ancora è che c’è una tradizione di produzione autoctona importante. Tra le più importanti del nostro paese sicuramente.
Insomma, una capitale dello stile Thonet in versione italiana con una bella storia da raccontare.
A Napoli, eccellenza industriale
Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli. (Luciano De Crescenzo)
Gli italiani sanno fare bene le cose. Nelle arti e mestieri abbiamo una tradizione millenaria e una marcia in più, anche se troppe volte ce lo dimentichiamo.
Napoli poi è conosciuta nel mondo per vari primati: la pizza più buona del mondo, il caffè senza pari, la maschera di Pulcinella di cui sono un appassionato. Ma pochi sanno della realtà industriale di primissimo livello legata proprio al legno curvato .
Tre sono le società nella città di Pulcinella: la Arx, la Sautto e Liberale e la Wiener.
Qui si fanno le cose bene
La Arx è attiva a Bagnoli di Napoli dopo la prima Guerra Mondiale. Noi possediamo un catalogo originale del 1929. Probabilmente opera anche negli anni ’30, ma non ne abbiamo trovato notizie documentate.
La Sautto e Liberale è l’azienda più importante. Nata dalla competenza di Francesco Liberale e dai capitali di Carmine Sautto, la società le cui sedie sono marcate da un leone con le zampe su di una sedia (e infatti i suoi prodotti vengono anche pubblicizzati come “sedie Leone”) nasce alla fine degli anni ’30.
Il Liberale si è trasferito a Napoli dal Friuli come capo stabilimento probabilmente della Arx. Sappiamo che viene contattato dall’azienda napoletana a una fiera che lo convince a lasciare il suo Friuli per rimanere per sempre nella città partenopea.
Quando la fabbrica chiude, rileva egli stesso lo stabilimento e fonda la nuova società originariamente in zona Sant’Anna alle Paludi (vicino la stazione centrale).
La maggior parte di queste notizie ce le ha raccontate Francesco, il cui nonno era proprio quel Liberale, e che ci ha contattato proprio attraverso il blog.
Una filiera tutta italiana
Dopo la seconda Guerra Mondiale lo stabilimento della Sautto e Liberale occupa 8.000 Mq. in piena zona industriale, al corso Protopisani di San Giovanni a Teduccio. Nel 1963 lo spazio non basta più e l’azienda si ingrandisce raggiungendo i 15.000 metri quadri.
Il legno utilizzato è quello della Selva di Calabritto che da nord (Montella o Bagnoli Irpino) fino a Sud è ricco di faggi secolari.
La società è attiva fino negli anni ’70. Alcuni modelli ricalcano i prodotti della Società Anonima Antonio Volpe, come il dondolo n. 269. È possibile che ci sia un legame diretto tra la chiusura della Volpe (1939) e l’apertura della Sautto e Liberale (1940), magari attraverso l’acquisto di alcuni macchinari e stampi?
Una strada che andremo ad approfondire prossimamente, insieme ai discendenti della famiglia Liberale.
Un’ultima società è la Wiener, di proprietà di G. Saporito e G. Pugliese e che, malgrado il suo nome, è una società di Napoli in via Santa Maria delle Fontanelle.
Nel catalogo della Sautto e Liberale, il dondolo n. 269 della Società Anonima Antonio Volpe
Creatività in stile partenopeo
In copertina abbiamo fotografato due calendari perpetui delle due realtà napoletane più importanti. La fantasia e la genialità nella pubblicità non mancavano certo.
Ne sono un esempio gli slogan pubblicitari della Sautto e Liberale che dicevano: “la sedia che non molla” oppure “prendetevela comoda”. Come a dire che una seduta in legno curvato è certa la resistenza e la comodità.
Oppure, nel secondo caso, un elogio a vivere tranquillamente senza la frenesia del Nord? O magari tutte e due le cose. In fondo, perché scegliere quando se ne può fare a meno?
Legno curvato ha una firma campana
Anche nel nostro percorso sul web Napoli si è dimostrata fondamentale. Il progetto di Legno Curvato e questo stesso blog non sarebbero quello che sono oggi se non ci fossimo affidati a professionisti napoletani straordinariamente preparati che hanno reso un sogno una realtà sempre più seguita e amata.
Con fantasia, gusto, attenzione e tanta passione.
Si chiamano Riccardo Esposito, Andrea Gorgone, Sara Palmieri e Serena Sarni: grazie per la generosità, la pazienza, la capacità di tenere la barra al centro e per avere trovato il giusto punto di equilibrio tra noi e il fare, bene, blogging.
Loro non lo sapevano ma la linea curva era nel loro destino. Del resto buon sangue, non mente. E voi, conoscevate già queste aziende? Vi aspettiamo nei commenti.
Lucia
11 Febbraio
Salve, per pura passione mi sono imbattuta in questo blog e vi faccio i miei complimenti. Come mai la Sautto e Liberale ha praticamente lo stesso marchio della modenese Salvatore Leone? Come si possono distinguere tra loro? Grazie mille
Giovanni Renzi
12 Febbraio
Buongiorno Lucia, il verità il marchio è della Sautto e Liberale. Alcuni siti in inglese segnalano un’azienda inventata – la Salvatore Leone – e vi attribuiscono questo marchio ma è una bufala colossale. I modelli fotografati in questi siti sono sempre e solo della Sautto e Liberale. Grazie per la segnalazione!
Lucia
4 Marzo
Che storia interessante! Grazie! Ma come mai, secondo Lei, è nata questa “bufala”? Ho letto, ma sinceramente non ricordo dove, che questa fantomatica Salvatore Leone sarebbe nata alla fine dell’800…
Giovanni Renzi
7 Marzo
Eccomi! Non so dove e chi possa aver inventato questa storia. Negli anni Settanta c’era una pubblicità della Sautto e Liberale che giocava sul simbolo come vede anche dalla copertina del nostro articolo. Qui il calendario perpetuo della Sautto e liberale segnala la “sedia Leone” e il proprio simbolo. Il riferimento alla fine dell’Ottocento e a Modena invece sono pura fantasia. Ma non mi sorprende. Persino su Thonet, su cui c’è una letteratura italiana e straniera ampia, si trova di tutto e di più. E questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di aprire questo blog. Portare la verità storica agli appassionati (e non) ci è sembrato quasi “un dovere morale”, dovuto a una storia affascinante e preziosa come quella degli arredi in legno curvato a vapore.
Gennaro Grasso
6 Dicembre
Salve , ho 6 sedie di legno curvato con il marchio S L e un leone al centro. Vorrei avere informazioni e recapiti utili per il restauro. Ho trovato le immaginidi queste sedie invio il link https://images.app.goo.gl/QLt32a1HJw9Py3uL9
Sono di Napoli mi potete fare indicazioni.
Manuela Lombardi Borgia
9 Marzo
Buonasera Gennaro, su Napoli non abbiamo recapiti di restauratori per noi idonei al restauro di arredi in legno curvato a vapore d’epoca. Provi a scrivere a alessandro.scordo71@gmail.com allegando delle foto così può capire se vale la pena di procedere.
Susanna
11 Novembre
Ho una sedia di legno curvato laccato nero cn paglia di Vienna sulla seduta e sullo schienale, all’interno vi è una etichetta S L con un leone proprio come nella etichetta della vostra pagina. È una bufala oppure originale?
Manuela Lombardi Borgia
9 Marzo
Buonasera Susanna, se c’è l’etichetta è sicuramente originale.
Domenico Danese
30 Marzo
Avrei bisogno di maggiori informazioni sulla Wiener di Napoli perché non ho trovato nulla, neppure il marchio utilizzato. Grazie
Manuela Lombardi Borgia
21 Novembre
Purtroppo non abbiamo informazioni specifiche sull’azienda. Tenga conto che ai primi del ‘900 le aziende produttrici di arredi in legno curvato proliferavano e la maggior parte di queste ha chiuso la propria attività dopo pochi anni. Mi spiace ma non possiamo aiutarla.
Daniele
16 Giugno
Buonasera scrivo da appassionato di arredi di modernariato. Mi ritrovo sei sedie marchiate sautto e Liberale interamente in legno. Il marchio è stampato sotto la seduta non è di carta. Qualcuno mi dice se hanno valore io vorrei venderle o può comunque darmi qualche informazione. Grazie questo sito è molto interessante.
Manuela Lombardi Borgia
21 Novembre
Invii pure delle foto direttamente ad alessandro.scordo71@gmail.com. Così capiamo di cosa si tratta e proviamo ad aiutarla.
Simonetta
26 Settembre
Anche io a casa ho 4 sedie (modello tipo le 14/214 Thonet) con quell’etichetta all’interno dell’anello della seduta e finalmente ho scoperto di chi fosse! Sono state acquistate nuove a metà anni ‘70 ma ero troppo piccola per ricordami del loro acquisto. Grazie mille!
Manuela Lombardi Borgia
21 Novembre
Grazie a lei Simonetta! Siamo felici di averla potuta aiutare.