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Poi ci sono le case del cuore. Una categoria a parte, trasversale. Luoghi in cui mobili e oggetti, come frammenti di memoria si ricompongono in storie senza fine e senza tempo.
Oggi voglio parlarvi di uno di questi: una étagère ad angolo “doppiamente” Thonet, unica e preziosa.
Fa parte della mia casa ormai da qualche anno ma ha un grande storia da raccontare che non finisce mai di stupirci e che oggi voglio condividere con voi.
Un pezzo fuori catalogo
L’étagère, molto di moda dal primo quarto dell’800, entra come tipologia nei cataloghi della Gebrüder Thonet nel 1890.
I primi 2 modelli conosciuti non hanno però nulla a che fare con il nostro esemplare che è confrontabile soltanto con un’altra étagère, questa volta da parete. Un nostro amico, grande conoscitore di Thonet, l’ha ritrovata a Parigi qualche anno fa e ha condiviso con noi la sua soddisfazione.
(a sin) L’étagère Thonet ad angolo e l’étagère a parete (a dx)
Il mondo Thonet è anche un mondo di legami e di amicizia che riesce a far comunicare persone molto diverse e che, come me, oltre all’italiano parlano il veneto, un po’ il triestino e il francese poco più che “alla Totò”.
La bellezza è un linguaggio universale, unificante, basato sull’armonia. Proprio ieri alla nostra mostra a Milano parlavo di Thonet con Julio Vives venuto apposta da Barcellona, io in italiano e lui in catalano, e con un grande collezionista arrivato con tutta la famiglia dal Belgio. Fantastico!
Ma torniamo alla nostra étagère.
Solidità e leggerezza insieme
Questa étagère è come un “fascio di nastri” che, armonicamente, senza gerarchie, compone struttura e decoro allo stesso tempo. Non una struttura portante e delle parti decorative, ma un gioco di accostamento e allontanamento di 3 sottili nervature, tutte della stessa sezione.
I ripiani, sottilissimi, sono lastronati in prezioso noce e privi di cornice sul bordo. Molto diversi dagli spessi ripiani in faggio con cornice sagomata delle étagère in produzione.
C’è ancora “odore” di Biedermeier ovvero di quello stile mitteleuropeo con cui Michael Thonet realizza le sue prime opere in lamellare a metà 800.
Victor and Martha Thonet with Victors father Jakob and a relative of Martha on a white bench (1927 ca.) credits: www.auchentaller-art.com, punkt12.gallery, © amp-Andreas Maleta press & publication, Vienna, 2018lla
Ma da dove viene questo capolavoro? Tutto è scritto in questa bellissima foto storica. Scattata a fine anni Venti proprio di fronte alla casa in cui per circa 20 anni rimane la nostra étagère, spostata provvidenzialmente in Alta Austria poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Salvata da distruzione certa visto che la casa viene distrutta.
Nella foto a sinistra, un membro della famiglia di Georg Adam Scheid, produttore di gioielli e oggetti preziosi in metallo famosi in tutta Europa e padre di Martha Scheid. Al centro della foto, Martha, sposata con Victor Thonet.
Accanto a lei il suocero ormai anziano Jakob Thonet (il più giovane dei 5 fratelli della Gebrüder Thonet). Alla sua destra Victor, figlio di Jakob e marito di Martha. Victor rappresenta dunque la terza generazione dei Thonet al comando: 150anni di azienda e di vita. E qui l’inattesa sopresa:
l’étagère è proprio un mobile di casa, parola di chi, anni dopo, in quella casa ci è stato da bambino ovvero di Andreas Maleta che ha dormito nella camera in cui, colorata di bianco, è rimasta per lungo tempo come oggetto di arredo. Casa in cui gli oggetti hanno sicuramente orientato i suoi interessi e forgiato la sua personalità.
Il ripiano lastronato in noce della ètagère Thonet fuori catalogo
Un pezzo di famiglia Thonet
Le case parlano delle persone che ci vivono. Parliamo degli arredi della casa di Victor Thonet, direttore dello stabilimento Thonet di Bystřice pod Hostýnem dal 1903, che organizza e segue la produzione. Sono gli anni della poltrona n. 6081, la prima a tre gambe.
Dei modelli moderni di Marcel Kammerer, di Otto Prutscher e di quelli attribuiti ad Adolf Loos messi a punto con successo per rispondere alla pressante concorrenza della J. & J. Kohn con i mobili di Josef Hoffmann, Otto Wagner, Koloman Moser. Tutti modelli in questi giorni per voi in mostra a Milano.
Insieme a lui vive la moglie Martha, figlia di Georg Adame Scheid, ma anche cognata dell’architetto Josef Hackhofer e del grandissimo artista Josef Maria Auchentaller (di cui Andreas Maleta è diventato il maggior studioso), frequentatori abituali della loro casa.
Dopo il tracollo della Prima Guerra Mondiale, Victor ha in sorte di gestire la trasformazione dell’azienda in Società per Azioni e la fusione con Kohn-Mundus nel 1922.
Nel 1924 i Thonet diventano azionisti di minoranza, Victor vende le sue quote e con Martha si ritira a vita privata proprio nella casa di Lehenof, cenacolo culturale di pensatori, artisti e musicisti come da Bertha Zuckerkandl e in molti salotti della Vienna Felix.
In questa casa, molto più grande di quella di Bystřice pod Hostýnem, arrivano i mobili di famiglia tra cui la nostra spettacolare étagère ad angolo.
Un ricciolo (a senso) unico
Forse un prototipo, forse un modello prodotto su richiesta per pochi esemplari, forse un virtuosismo da presentare a qualche Expo magari a Parigi nel 1867 o nel 1878 visto il luogo di ritrovamento della versione da parete.
Che non vi fosse l’intenzione di costruire su vasta scala è evidente, infatti:
- non è presente in alcun catalogo ritrovato
- sono conosciuti soltanto questi due esemplari
- presenta un difetto, un ricciolo anomalo.
Il piccolo ricciolo, che richiude su sé stesso e che si appoggia sopra il ripiano più alto, è un elemento unico nella produzione in legno curvato di Thonet. Unico perché è l’unico caso in cui un ricciolo rimane sporgente e non costruito “su un piano” per compenetrazione delle nervature.
Ma vi è un altro importante indizio. Anche se una diversa torsione nel montaggio inganna l’occhio, il ricciolo di sinistra è esattamente uguale al ricciolo di destra; non speculare.
Evidentemente non era prevista una produzione per grandi numeri che giustificasse la costruzione dello stampo inverso. In Thonet nulla succede per caso.
Cose di casa
Per ora il mio racconto si ferma ma presto ripartirà visto che i miei figli hanno inserito l’étagère dei Thonet tra le cose di casa che non si possono vendere perchè sono la Nostra Casa.
Pensiamoci dunque, ogni volta che ci mettiamo in casa qualcosa. La nostra casa, è la nostra seconda pelle, quello spazio tra noi e il mondo dove gli oggetti tengono in vita e espandono le nostre emozioni.
E voi cosa ne pensate? Avete anche voi un oggetto in casa che vi rappresenta particolarmente? Vi aspettiamo nei commenti.
Un grazie speciale ad Andreas Maleta, giornalista, cineasta ed esperto del pittore Jugendstil Josef Maria Auchentaller (1865-1949). Incontrò Victor e Martha Thonet attraverso la sorella di Martha, Emma, la moglie del pittore. Pertanto tutte le opere principali di Auchentaller sono entrate a far parte della “collezione Victor & Martha Thonet”.
Questa collezione contiene diversi dipinti, disegni, stampe giapponesi, mobili, vetri ecc. Alcuni di questi sono sempre esposti nella galleria “punkt12” di Andreas Maleta (www.punkt12.gallery o www.auchentaller-art.com). Sta lavorando a un libro completo sui due Thonets. Verrà a trovarci alla Mostra nel prossimo weekend e ritoverà un pezzo della sua infanzia. Che emozione!
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