Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Così diceva un vecchio proverbio delle nostre nonne.
Non tutti i riccioli riescono perfetti. Così potrebbe essere il proverbio per la società Gebrüder Thonet, nella sua storia di creazione di sedute nel XIX secolo.
Modelli mancati
Questa è la storia di una serie di modelli che Thonet cerca di mettere sul mercato ma che, per qualche motivo tecnico o commerciale, non arrivano mai ad essere inseriti nei cataloghi dell’azienda viennese.
Parliamo dei modelli che hanno la caratteristica di avere due riccioli in cima allo schienale.
Solo uno di questi entra nei cataloghi Thonet, per rimanerci però solo per pochi anni.
Thonet modello n.21
Si tratta del modello n.21 e di versioni a cui ad oggi non riusciamo a dare un numero ma che in comune hanno lo schienale formato da due aste unite alla sommità dello schienale, terminanti con due riccioli che si toccano.
Thonet evidentemente cerca di introdurre un nuovo tipo di schienale che permetta di utilizzare aste più corte rispetto a quelle normalmente utilizzate nei primi venti modelli a catalogo. L’obiettivo è quello di ridurre ancora di più i costi di produzione.
Corsi e ricorsi storici
Mostra di Monaco del 1854
L’idea non è nuova. Già alla mostra di Monaco del 1854 aveva presentato un modello in cui lo schienale, formato da due aste, terminava con due riccioli. Modello di cui abbiamo notizia solo in una foto d’epoca.
Ma ora siamo a cavallo del 1870 . Alcuni modelli Thonet con questo schienale utilizzano ancora il vecchio modello della numero 14 che cambia forma alla fine del 1868. Quindi, tenendo conto che la sedia numero 21 appare nel poster del 1873, possiamo ipotizzare che questi modelli siano pensati e prodotti in limitatissimi esemplari intorno a quegli anni.
Tentativi falliti
Thonet prova ad accoppiare questo schienale alle tre tipologie di sedili utilizzati ma ben presto abbandona l’idea di ridurre la lunghezza degli schienali in questa modalità. Due sono le ragioni possibili:
- un risultato estetico non soddisfacente
- problemi di tenuta dello schienale, oggettivamente più debole di quelli fino ad allora utilizzati
Pochi anni più tardi, con la serie modello n.56, l’azienda viennese riesce finalmente a ridurre la lunghezza dello schienale, dividendolo in due parti, senza inserire alcun ricciolo. La versione è completamente cambiata nell’aspetto ma avrà grande successo di mercato.
L’obiettivo originale dell’azienda viene così raggiunto.
E voi vi siete mai imbattuti in un oggetto che non avete trovato nei cataloghi commerciali? Se vi è capitato, raccontatecelo nei commenti.
Gianni
26 Marzo
La sedia 21: a me piace tantissimo e penso che se la dovessi trovare a un prezzo ragionevole la comprerei. Quasi ogni volta che la vedo mi viene in mente il mio professore di Macchine che a proposito della caldaia Cornovaglia ci spiegava che questa subì una evoluzione continua da quando fu proposta passando per passi successivi a quella che fu poi la sua versione più diffusa, anche con delle soluzioni praticamente abortite, in una specie di evoluzione darwiniana. Anche per le sedie Thonet vi è stata una evoluzione, messa ben in evidenza nel tuo libro sulla 14, e anche in questa evoluzione delle sedie vi sono degli esemplari (“numeri”) che per un motivo o per un altro, non hanno avuto seguito. La 21 è come una di quelle farfalle bellissime ma estinte perché hanno dovuto sacrificare troppo alla bellezza: che sia esteticamente riuscita penso sia provato dal fatto che oggi è molto apprezzata e ricercata. Strutturalmente invece è fragile: il collegamento tra i due mezzi schienali è affidato solo all’archetto e alla parte terminale dei due esili riccioli, non la vedo usabile in un locale pubblico. Il criterio con cui raccolgo pezzi Thonet è di metterli in uso in casa mia. Orbene, mentre la decina di sedie che ho (tutte diverse) sono fruite giornalmente senza pensieri da noi tutti, avrei dei seri dubbi sul far sedere mio figlio di un metro e 90 per circa un quintale, con la normale irrequietezza giovanile, su una 21. Su un disegno simile, la 34 della JJK pare molto più affidabile –i riccioli, gli stessi riccioli, sono fuori dalla U rovesciata dello schienale in un sol pezzo e hanno una minima funzione strutturale- ma la soluzione adottata allarga lo schienale e la sedia perde in leggiadria: a mio avviso non è altrettanto bella. In ogni caso, che io sappia, anche questa non deve aver avuto gran successo commerciale
Pezzi fuori catalogo? Ho visto, tanto Thonet come JJK, delle n°5 con le asole alle gambe davanti come nella n°6. Nascono così o sono delle 6 che hanno perso il ricciolo per la strada?
Giovanni Renzi
26 Marzo
Ciao Gianni,
quello che hai fatto notare è vero ed è uno degli aspetti che rendono affascinante la storia dei mobili in stile Thonet. Milioni di arredi che al primo momento possono sembrare uguali ma che spesso sono diversi tra loro anche in un gruppo nato insieme. Ti è mai capitato infatti di trovare un gruppo di sei sedie dello stesso modello, uguali di tinta, con le stesse etichette ma diversi per costruzione? A me si e diverse volte.
Condivido appieno le tue considerazioni dal punto di vista strutturale della 21. Sarebbe interessante trovare un docente ad ingegneria che facesse applicare ai suoi studenti i calcoli e le regole di statica e della scienza delle costruzioni alle sedie o ai dondoli (pensa solo all’ellisse del 267 di Volpe). Penso che ne vedremo delle belle! I modelli con le asole sono la 6, la 9 (come la cinque ma senza i riccioli della 6) e la 13. Credo che tu ti riferisca quindi al modello 9. Se invece parli dell’asola differente nelle gambe anteriori quelle sono Kohn.
Stefano
26 Marzo
Salve Giovanni,
Interessante il tuo articolo sulla 21 e i suoi riccioli. La 21 per un periodo e stata la mia fissazione. Se avessi letto il tuo articolo prima ne avrei molte di più, ma non sapendo l’origine ne ho lasciate passare diverse. Perfino una di quelle che hai pubblicato è stata nel mio radar. Ti allego una foto con alcune delle mie 21 e simili. Qua ci sono due esemplari Kohn, una Hofmann ed una Thonet. L’ultima è di provenienza incerta ma penso possa essere una Fischel. Nonostante i problemi trovo questo modello molto bello e interessante.

Gianni
26 Marzo
E’ vero, ho equivocato confondendo la 9 Thonet (anche questa ha avuto un’apparizione molto fugace) con una 5 modificata nelle gambe davanti. Però la 5 Kohn con la asola caratteristica della 6 l’ho proprio vista