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Il titolo Curve e biondi riccioli viennesi rimase ma l’editore scelse un oggetto Thonet diverso, per la precisione un parascintille.
Con Marylin pensava che tutti avrebbero immaginato un libro che parlasse di lei. Nel caso della sedia n. 4, invece, era già stata usata come copertina per la mostra Thonet del Vitra Design, dedicata ai mobili viennesi.
Esagerato accostare la bellezza di Marylin a una sedia? Direi proprio di no. Alla nostra mostra e nella intervista che ci ha concesso, l’Arch Paolo Portoghesi ha sottolineato in più occasioni la sensualità della linea curva Thonet.
Nelle sue forme sinuose la sedia n. 4 è sicuramente la più vicina a quelle di un corpo sensuale. E in quanto a sensualità Marylin Monroe rimane un’icona assoluta.
Dal film “L’appartamento” con Jack Lemmon e Shirley MacLaine di Billy Wilder, 1960
Dal film “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata” con Claudia Cardinale e Alberto Sordi di Luigi Zampa, 1971
Quando la sensualità è protagonista
In realtà la sedia Thonet n. 4 è uno dei prodotti più popolari della celebre casa viennese. A testimonianza di ciò possiamo pensare a tre film girati in tre continenti diversi in epoche diverse che hanno avuto la sedia n. 4 come protagonista.
Il primo film lo abbiamo già incontrato in un altro post. Si tratta de “L’appartamento” ambientato a Parigi. Il film esce nel 1960 e il regista , Billy Wilder, è un collezionista Thonet come ci ha raccontato Maria Paola Maino nella sua intervista.
Il secondo film è ambientato in Australia. Siamo nel 1970 quando esce “ Bello, onesto, emigrato Australia, sposerebbe compaesana illibata” del regista Luigi Zampa. Qui, in una scena che si svolge su un treno, Alberto Sordi e una bellissima Claudia Cardinale sono seduti proprio su delle Thonet n. 4.
Ultima scena: ora siamo negli Stati Uniti. Il film del 2015 è “Steve Jobs” con Michael Fassbender. Una catasta di sedie modello n. 4, questa volta abbastanza recenti, assistono da protagoniste a una delle scene chiave a cui abbiamo dedicato la copertina.
La Thonet modello Café Daum
Questi tre film ci danno l’idea della diffusione e del successo di questo oggetto in tutto il mondo.La sedia modello 4, chiamata anche Café Daum, è infatti uno dei primi modelli di successo di Michael Thonet e dei suoi 5 figli. La prima fornitura importante è proprio di questa seduta.
Nel 1849 vengono inviate 400 sedie per l’Hotel Zur Königin von England a Pest. Pochi anni dopo le stesse sono usate per la fornitura per il famoso caffè viennese, il Daum appunto, il cui nome diverrà il soprannome di questo modello.
Non è l’unico caso dove dei modelli di arredo prendono il nome dall’utilizzo in un locale di grande fama. Un altro esempio che abbiamo già incontrato è quello delle Fledermaus, dalla fornitura al Cabaret Café Fledermaus di Vienna.
Un modello che dura
La sedia modello n. 4 non abbandona mai il catalogo della Thonet e dei suoi maggiori concorrenti. Insieme alla n. 14 e alla n. 18 è un’icona, simbolo della produzione delle sedie di Vienna.
Viene riprodotto anche in ferro per i giardini e i locali all’aperto. Le Corbusier, appassionato della Thonet B9, ci mostra questa versione dell’iconica seduta nella sua casa.
Ancora oggi è nel catalogo di alcune aziende produttrici di mobili in legno curvato come la Ton e la Fameg. Anche aziende italiane si sono cimentate nella sua produzione quali la Società Antonio Volpe, la Wäckerlin e la Sautto e Liberale.
La sedia è caratterizzata dallo schienale formato da due parti a “S” con i riccioli superiori a spirale. E sono proprio i riccioli superiori il punto critico di questo modello, in particolare nelle sedie della prima produzione.
I riccioli tendono ad aprirsi e a rompere la simmetria dei due pezzi di decoro dello schienale. Restaurare queste parti non è un lavoro semplice e conviene affidarsi a un professionista con molta esperienza nei mobili in legno curvato.
Varianti di n.4
Chiaramente la sedia Thonet modello n. 4 si può trovare sul mercato a diversi valori a seconda che sia costruita in legno lamellare (fino al 1861 quindi) con o senza “orecchie” o nella produzione classica in legno massello piegato a vapore.
Ancora una volta saperla riconoscere è fondamentale per non prendere abbagli o al contrario per cogliere l’opportunità di chi non conosce il valore intrinseco di ciò che ha per le mani.
E con la linea curva bisogna avere competenza ma anche attenzione e cura e rispetto. Solo così si mostrerà a noi in tutta la sua bellezza. E come poterne fare a meno?
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