La speranza dopo il terremoto: il villino prefabbricato della Volpe - Legno Curvato
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La speranza dopo il terremoto: il villino prefabbricato della Volpe

Volpe villino prefabbricato 1906

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I terremoti sono, da sempre, compagni di vita del nostro Paese. L’ultimo di questi giorni di festività natalizie, il terremoto in Sicilia, a Catania, nella notte tra il 25 e il 26 dicembre.

Un po’ per la sua conformazione morfologica e molto per l’incuria e la disattenzione di anni di urbanizzazione selvaggia, la nostra terra ogni tanto si fa sentire.

E nel ricordarci di quanto siamo fragili di fronte ai grandi eventi della natura, questo terremoto ci riporta alla mente tanti episodi di storia terribili ma anche di grande sostegno e solidarietà.

Come quello che vede come protagonista un’azienda che amiamo molto, la società Antonio Volpe da Udine, in occasione di uno degli eventi più catastrofici della nostra storia: il terremoto di Avezzano, in Abruzzo, del 1915.

 

Avezzano-earthwake-1915

Un evento disastroso

Il 13 gennaio 1915, poco prima delle 8 di mattina, una scossa di magnitudo 7 devasta il territorio della Marsica, in Abruzzo. Il centro più colpito, Avezzano.

Alla fine i morti sono oltre 30.000 di cui quasi 10.000 nella sola città di Avezzano che di abitanti a quel tempo ne conta 13.000.

I soccorsi arrivano in ritardo di 24 ore. Un tempo immenso se pensiamo alle tante persone sepolte sotto alle macerie e al freddo dell’inverno e della neve. Decimata dalla tragedia, l’amministrazione comunale viene ricostituita nel mese successivo.

Ad aprile, il consiglio comunale si riunisce per sospendere il pagamento del dazio sui materiali da costruzione. Aiutata da sussidi provenienti dalla carità pubblica e privata e da prestiti di favore, la popolazione sta infatti cercando di costruirsi un nuovo luogo dove stare.

Si vuole tornare alla normalità e in questo la casa è un passaggio fondamentale. E di casa si tratta quando Giovanbattista Volpe, titolare della Società Antonio Volpe di Udine, decide di fare qualcosa di straordinario per dare il proprio contributo, forse persino inatteso per la sua stessa famiglia.

Ma si sa, Giovanbattista detto Tita è un uomo giusto oltre che imprenditore illuminato e nessuno può abdicare alla propria natura, pena la morte dell’anima. E di morte in quei giorni ce n’era stata già troppa.

 

Avezzano-earthquake-1915

La splendida offerta del Cav. G.B. Volpe

Durante la ricerca storica per la stesura del libro sulla società Antonio Volpe da Udine, Giovanni ed io ci siamo imbattuti in questo episodio: nei giorni seguenti il 13 gennaio i giornali dell’epoca raccontano della decisione dell’imprenditore friulano di donare il proprio villino di montagna alle popolazioni terremotate di Avezzano.

Si tratta di una casa prefabbricata, una dei primi esempi di questo tipo di edilizia. Fabbricato a Udine, nel 1906 viene trasportato a Milano e diventa il padiglione per l’Expo dell’impresa friulana attiva nel settore degli arredi in legno curvato a vapore.

Nella pagina di cronaca cittadina, il Giornale di Udine descrive:

“…La bellezza di un gesto fraterno e patriottico che alterna con l’operosità intelligente e utile dell’industriale. Un italiano dalla salda tempra e della buona scuola. Quella che insegna a lavorare e guarda e opera, con slancio e tenacia, per la collettività nazionale senza badare a classi, partiti o persone quando è necessaria l’azione.”

Un benemerito concittadino ma, soprattutto, italiano.

 

Helping-others

Una solidarietà tutta italiana

A Milano, il villino si trova all’interno del Parco Sempione, proprio di fronte al Padiglione dell’Arte Decorativa che sarà distrutto per un incendio durante la stessa manifestazione.

Al termine della manifestazione viene smontato e riportato in provincia di Udine, vicino a Cividale. Diventa così lo chalet di montagna della famiglia Volpe.

Il Primo Ministro Salandra accetta il dono dei Volpe. Per l’ennesima volta il piccolo padiglione viene smontato dagli operai dell’azienda, inviato su un treno e rimontato ad Avezzano, tutto sotto la direzione dello stesso Giovanbattista che si reca personalmente a coordinare i lavori.

Negli anni della ricostruzione, in cui vengono impiegati i prigionieri di guerra austriaci, il villino viene utilizzato in varie occasioni. Pochi giorni più tardi lo stato italiano ricompensa il Volpe con il titolo di Commendatore.

È il primo esempio di edilizia prefabbricata utilizzata per le grandi calamità.

 

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L’idea rivoluzionaria è di Max Fabiani

In realtà l’idea di avere una casa trasportabile è dell’architetto italiano Max Fabiani che nel 1904 espone i suoi progetti alla Mostra dello Spirito a Vienna. In quanto architetto di fiducia dell’arciduca, riceve l’incarico del progetto di allestimento della manifestazione.

Come tutti i progetti di Fabiani, anche questo presenta aspetti innovativi e rivoluzionari. Qui la novità è nell’utilizzo del legno come materiale per la costruzione dei padiglioni. Questo per rispettare i criteri di semplicità e austerità richiesti, uscendo dal solito modo conosciuto.

Fabiani progetta anche gli stand di assaggio, il caffè ristorante e l’originale Terrassencafé.

 

Volpe-model-212-Max-Fabiani

La splendida serie n.212 della Società Anonima Antonio Volpe

Simile cerca simile (e lo trova)

Abbiamo già avuto modo di parlare della collaborazione tra Fabiani e la società Anonima Antonio Volpe. Un esempio fra tutti, il dondolo n. 267 detto dondolo a uovo, capolavoro della società friulana, o la poltroncina n. 212. O come l’ultima ritrovata, la poltroncina n. 150 dalla linea unica.

Nato sloveno, ma molto italiano, Max Fabiani viene normalmente ricordato nel nostro Paese solo per la sua attività come urbanista negli anni successivi alla I Guerra Mondiale. In realtà nella Vienna dei primi ‘900 è uno degli architetti più affermati e allievo prediletto di Otto Wagner, architetto per la corte di Francesco Ferdinando fino all’assassinio di Sarajevo.

Nel suo momento di maggiore successo a Vienna, lascia tutto per tornare in Italia e contribuire personalmente alla ricostruzione della sua Gorizia al termine della guerra.

Ecco perché possiamo dire che a lui e a Giovanbattista Volpe dobbiamo l’inizio dell’organizzazione degli aiuti alle persone colpite dalle calamità. Due italiani di cuore da ricordare.

 

Helping-others

Dopo il terremoto, la ricostruzione

Seguiamo con attenzione la situazione dei nostri amici in Sicilia. Le cronache di queste ore parlano di una trentina di feriti, 600 sfollati, molti edifici distrutti e danneggiati, e tantissima paura.
La storia italiana del legno curvato deve molto a questa terra, in particolare proprio alla zona di Catania.

E il nostro pensiero va anche alle persone terremotate di Tolentino, nelle Marche, o in Abruzzo. Tante famiglie che vivono ancora in soluzioni temporanee e disagiate, accampati alla bell’e meglio nel freddo dell’inverno. Sperando in un aiuto concreto.

A loro va tutto il nostro appoggio, nella speranza che la stessa salda tempra e buona scuola di tanti Giovanbattista Volpe e Max Fabiani italiani sia rivolta nel dare a tutti una nuova casa nel più breve tempo possibile.

Che questo possa essere l’obiettivo raggiunto del nuovo anno in arrivo per tutti noi.


Appassionata di impresa e di interior design, sono innovation consultant e startup mentor, oggi anche un po' blogger. Aiuto imprenditori, manager e professionisti a trasformare un'idea in un progetto di business, utilizzando l’approccio della Lean Startup e una solida visione strategica. Mi occupo di pianificazione, marketing, comunicazione, supporto e sviluppo canali di vendita. Ho pubblicato il libro Società Antonio Volpe con Giovanni Renzi e sono #bellezzadelegnocurvatodipendente.

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