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Indimenticabile un commerciante che per rifilarmi due catorci me li presentava come:
“…più vecchie delle “solite Tonné”. Sono in noce e addirittura della Gertrude Tonné originali parigine del Settecento. “
Mai vista una sedia in legno curvato in noce. In più, visto che i primissimi tentativi di oggetti in legno curvato risalgono al 1819 nell’ebanisteria di Michael Thonet a Boppard in Germania, lui si è tenuto le sue sedie e io mi sono portato a casa una gran risata.
Scaltrerie a parte, la domanda è più che lecita e un po’ di chiarezza è dovuta.
Alla ricerca di Gertrude
Diciamolo subito: nella famiglia Thonet nessuna Gertrude ha mai aperto una fabbrica di oggetti in linea curva né mai se ne è occupata.
La Gebrüder Thonet viene fondata nel 1854 a Vienna da Michael Thonet e dai suoi 5 figli maschi. Insieme perfezionano la curvatura del legno nel 1861 dopo anni di tentativi falliti e di ricerca appassionata. Oggi si piega il legno esattamente come allora.
Fondano il primo stabilimento a Bystřice pod Hostýnem, in Moravia, oggi Repubblica Ceca, dove nella grande villa di famiglia alloggiano i componenti della famiglia Thonet. La Villa restaurata è ora sede della TON.
Villa Thonet a Bystřice pod Hostýnem in Repubblica Ceca, ora sede della TON
Michael ha in verità 14 figli. L’elevata mortalità infantile dell’epoca ne decima ben 9 tra cui 2 piccole Gertrude, morte ancora in fasce.
In famiglia esiste una terza Truda Thonet. È la seconda moglie di Franz, primogenito di Michael. Di ben 36 anni più giovane, ne diventa sposa in seconde nozze. Nemmeno lei però apre mai una fabbrica di sedie.
La nostra Gertrude è dunque figlia della fantasia del nostro commerciante, alimentata probabilmente dall’assonanza con “Gebrüder” (cioè fratelli e sorelle in tedesco).
Da quel giorno con amici e colleghi malati di Thonet, quando troviamo un falso diciamo: “è una Gertrude!”. Alla fine, anche lei ha trovato il proprio posto nella lunga e sorprendente storia della linea curva.
Thonet come si pronuncia?
Torniamo ora alla domanda clou: il cognome si pronuncia alla francese Toné (o Tonné) oppure Thònet, alla tedesca?
La giusta pronuncia è alla tedesca, parola dei discendenti di Michael, che il loro cognome lo conoscono meglio di tutti. L’accento è dunque sulla ‘o’.
Eppure sentire parlare di Toné è una consuetudine piuttosto consolidata anche in ambito professionale. Ma da dove nasce questo equivoco che in Italia e in Francia ci trasciniamo da più di cent’anni?
Francesi e italiani compagni nella storia
In Francia, si sa, è nota la riluttanza a utilizzare qualsiasi termine non francese. Il loro computer rimane l’”ordinateur” per cui Tonné è quasi d’obbligo.
In Italia i motivi sono invece principalmente 3:
⊗ Punto 1: internazionale = francese
Tral’800 e il ‘900 tutto quello che viene dall’estero viene pronunciato alla francese. Il francese è la lingua internazionale e la lingua ufficiale dell’ Unione Postale Universale (nata in quegli anni) e dei trattati internazionali.
⊗ Punto 2: la dimensione del mercato conta
A Parigi, Thonet apre il suo primo negozio in Boulevard de Poissonnière e da subito ha un enorme successo. La Parigi del tempo con i suoi locali alla moda arredati Thonet è rappresentata in manifesti pubblicitari e nei quadri degli Impressionisti che girano per tutta Europa.
⊗ Punto 3: la moda dell’ottocento parla francese
In Italia l’arredamento dell’800, salvo poche eccezioni, ha sempre seguito moda e denominazioni francesi. Parliamo infatti di stile Restaurazione, stile Impero, stile Luigi Filippo, stile Napoleone III.
Anche molte tipologie di mobili sono francesi, come secretaire, consolle, sofa. Comò, ad esempio, è una rivisitazione del francese “commode“, così come toeletta deriva dal francese “toilette”.
I mobili Thonet nella produzione Boppard in stile Biedermeier e Metternich
Ma che ci fa Michael Thonet a Vienna?
In effetti Michael Thonet è prussiano, di Boppard, nei pressi della foresta nera. Come mai decide di aprire la sua impresa, registrandola il 1 novembre 1854 alla Camera di Commercio di Vienna? Ci finisce per interessamento del Principe Metternich.
Metternich conosce Thonet e le sue particolari sedie all’Esposizione di Coblenza nel 1841, riesce a entusiasmare l’Imperatore e inizia a sostenere i Thonet nella loro ricerca. E li invita a trasferire casa e bottega in Austria.
Al di là del gusto personale, da bravo stratega Metternich coglie subito le potenzialità di un prodotto di massa che si presta bene a diffondere una forte identità austriaca, assolutamente lontana dal gusto francese dominante.
La storia gli darà decisamente ragione. Il famoso “canneté” diventa presto paglia di Vienna così come le sedie in legno curvato diventano per tutti le sedie Viennesi.
Eppure il Tonné insiste
Ma dei Tonné non ci si riesce proprio a liberare. In Francia, nelle loro “pagine gialle” dell’epoca, compare una pubblicità dove Thonet è scritto con addirittura con la doppia “n” .
Persino Ernesto Alloggi, rivenditore Thonet a Torino, fa stampare un libricino di versi, “Thonetiana” , dove tutto fa rima con Tonné alla francese.
Possibile che Alloggi non abbia sufficienti contatti con la Gebrüder Thonet per conoscerne la corretta pronuncia? Ovviamente ne ha, eccome. Ed è altrettanto ovvio che i fratelli Thonet ne siano sicuramente a conoscenza e, da bravi imprenditori, lascino fare.
Di strategia di mercato si tratta
Il lasciare fare della grande azienda riflette in verità una precisa strategia commerciale. L’eccellenza del marketing del colosso viennese si coglie anche dalla grande attenzione alla lingua e alla valuta dei loro mercati.
Ancora una volta i cataloghi parlano, scritti in tutte le lingue con i prezzi nella divisa propria di ciascuno stato. Il Zentral Anzeiger, il giornalino interno dell’azienda, sin dal primo numero del 1903 esce scritto in doppia lingua. Tedesco e, a fronte, guarda caso, francese.
Introdursi con una pronuncia più accattivante e più familiare è sicuramente una buona idea, soprattutto in un paese apertamente ostile all’Austria come la Francia.
A riprova di questa particolare sensibilità, per localizzare il più possibile i prodotti, l’etichetta di identificazione degli originali Thonet in Ungheria viene addirittura modificata. Scompare la parola Wien e nei due ovalini laterali del cartiglio il monogramma TT (testvérek Thonet, fratelli Thonet in ungherese) sostituisce il GT (Gebrüder Thonet).
Etichetta che non va confusa con quella con soltanto la T che è di molto successiva.
L’etichetta Thonet modificata nella versione Ungherese (sotto)
Bene, spero di essere riuscito a darvi la risposta che cercavate e di avervi dato alcuni fondamentali in tema di attribuzioni, datazioni e originalità. Temi alla base del saper riconoscere una Thonet originale con maggiore sicurezza possibile.
In fondo di simpatiche Gertrude Tonné è pieno il mondo del commercio e immagino di non essere stato l’unico appassionato di linea curva ad averne incontrata una sulla sua strada.
E a voi ad esempio è mai capitato? Vi aspettiamo nei commenti.
La foto in copertina è la foto originale di Michael Thonet e i suoi 5 figli a cui abbiamo simpaticamente aggiunto la nostra Gertrude. Nel massimo rispetto di una storia bellissima e leggendaria a cui teniamo moltissimo, solo per ricordare che l’originalità e l’autenticità non si possono improvvisare.
Ecco l’importanza di avere un professionista serio e affidabile al proprio fianco quando si parla di linea curva. E noi siamo qui per voi.
Luigi Siviero
30 Settembre
Questo articolo fa venir voglia di saperne di più sul legno curvato, anche a chi, come me, non ne ha alcuna nozione. Vi seguirò di più, complimenti per il vostro lavoro!
Alessandro Scordo
1 Ottobre
Buongiorno Luigi e grazie per il tuo commento. Per noi è importante sapere che la nostra passione e il nostro impegno arrivano e “contagiano”.
Noi siamo sempre alla ricerca e attraverso il blog condividiamo scoperte, conoscenze, idee. Per chi poi cerca qualcosa in più, abbiamo organizzato un momento particolare a Montegrotto il 25 novembre. Trovi tutto nel post:
Grazie ancora e a presto. Mi raccomando attenzione alle Gertrude!
Mara Celani
6 Marzo
Il vostro sito web è un pozzo senza fondo di sapienza! Mi piace moltissimo il vostro modo di fare cultura del design in un mondo in cui non sono pochi a pensare che “design” sia il nome di uno stile (sic!). Mi piace il vostro approccio integrato con la storia e l’economia.
Sono un architetto, un po’ fotografa e un po’ designer. Vi ammiro molto.
Manuela Lombardi Borgia
6 Marzo
Cara Mara, ma che bel commento! Grazie, ci fa davvero tanto piacere sapere che stiamo riuscendo nel nostro intento di fare avvicinare le persone alle cose belle in modo semplice, divertente, piacevole ma comunque storicamente corretto. Max Fabiani, architetto/designer e straordinario protagonista della storia del legno curvato, diceva che un oggetto di design è il risultato della concorrenza delle forze che hanno concorso alla sua creazione. Inserirlo nel suo contesto fatto di genio creativo, operosità industriale, abilità manuale e mestiere ma anche luoghi, sapori, sogni, alla fine fatto di persone, aiuta a entrarci dentro. E poi ci si innamora. Se sarai al prossimo Salone del Mobile a Milano, vienici a trovare alla Mostra che faremo alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese in Cso Magenta 59. Lì sì che vedrai oggetti straordinari da toccare con mano. Ti aspettiamo!